ITS: il 65% dei diplomati trova lavoro dopo il biennio. Finanziamenti agli istituti in base al merito

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Anche se in Italia la disoccupazione tocca la soglia del 40%, gli ITS hanno dimostrato di essere percorsi scolastici capaci di inserire i giovani nel mondo del lavoro già dopo il biennio. Proprio per questo motivo si è deciso di monitorare molto attentamente i percorsi formativi interrompendo i finanziamenti incondizionati basandoli sul merito dei risultati raggiunti.

Anche se in Italia la disoccupazione tocca la soglia del 40%, gli ITS hanno dimostrato di essere percorsi scolastici capaci di inserire i giovani nel mondo del lavoro già dopo il biennio. Proprio per questo motivo si è deciso di monitorare molto attentamente i percorsi formativi interrompendo i finanziamenti incondizionati basandoli sul merito dei risultati raggiunti.

Quello che emerge da uno studio dell’altissima disoccupazione giovanile è che non c’è corrispondenza tra la domanda di personale specializzato delle aziende e la competenza offerta dalla formazione scolastica. La colpa, quindi, non è tutta della crisi ma in parte anche della formazione dei giovani che non risponde alle richieste del mondo del lavoro.

A mettere in comunicazione la scuola e il mondo del lavoro ci sono, però, gli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori che hanno dimostrato di permettere ai giovani che li frequentano di trovare lavoro già dopo il termine del percorso biennale. E la percentuale è altissima: il 65% degli studenti che termina il biennio è già inserito nel mondo del lavoro.





Le fondazioni ITS, che coinvolgono oltre alle scuole (251) e alle Università e centri di ricerca (125) anche imprese e associazioni (510), enti locali (153) ed enti di formazione (208), sono oggi in Italia 74 e prevedono 331 percorsi di studio.

Valutazione e finanziamenti
Il ministero dell’Istruzione da oggi ha avviato un sistema di monitoraggio per capire perché questo sistema funziona e “quali sono le strategie che si sono rivelate vincenti, quali le criticità da analizzare, quali gli interventi da mettere in atto affinché il percorso realizzato porti al successo tutti gli attori della filiera, dai giovani studenti alle imprese, passando per i docenti, le università e la gestione organizzativa”.

Per la prima volta la valutazione e il merito toccheranno anche i finanziamenti: il monitoraggio servirà, infatti, anche a stabilire gli stanziamenti per il 2015. Sarà spiegato proprio oggi, nel corso della presentazione del monitoraggio, il sistema di premialità che punterà a finanziare maggiormente quegli istituti che hanno saputo meglio inserire nel mondo del lavoro gli studenti, per fare in modo che siano uno stimolo e un esempio per gli altri. Meritocrazia sì ma non sui risultati scolastici, bensì su quelli lavorativi.

 

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