ITP, coinvolgere seconda fascia istituto nella assunzioni

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Il gruppo G.I.T.P. Gruppo Italiano Insegnanti Tecnico Pratici ha elaborato una proposta inviata alla VII Commissione cultura alla Camera e al Senato sulla riforma della scuola, relativamente alle assunzioni.

Il gruppo G.I.T.P. Gruppo Italiano Insegnanti Tecnico Pratici ha elaborato una proposta inviata alla VII Commissione cultura alla Camera e al Senato sulla riforma della scuola, relativamente alle assunzioni.

Ai componenti della VII Commissione cultura scienza e istruzione Onorevoli Deputati,
Ai componenti della VII Commissione cultura scienza e istruzione del Senato della Repubblica

In riferimento al Ddl “La buona scuola” concernente il piano assunzioni straordinario dei docenti che non vede menzionata la seconda fascia di istituto:

  1. rilevato che oltre il 90% delle cattedre riferite alla tabella C (insegnanti tecnico pratici) vengono assegnate dalla II fascia di istituto SU POSTI VACANTI E DISPONIBILI
  2. rilevato che tutti gli iscritti in suddetta graduatoria hanno raggiunto e superato i 36 mesi di servizio
  3. rilevato che molte delle GAE relative alla tabella C risultano esaurite DA QUASI 10 ANNI
  4. rilevata la necessità di sanare il problema del precariato includendo nel piano assunzioni direttamente anche la seconda fascia con requisito dei 36 mesi
  5. rilevato l’orientamento del governo all’assunzione dei docenti della seconda fascia solo tramite concorso su base regionale con graduatoria triennale
  6. ritenendo giusto il concorso come mezzo per l’assunzione in ruolo ma solo dopo aver sanato la situazione attuale

Si propone inserimento in coda nelle GAE oppure la trasformazione delle graduatorie di istituto di seconda fascia in un’unica graduatoria regionale a carattere concorsuale della durata annuale/biennale o triennale dalla quale si potrà accedere al ruolo solo sui posti vacanti e disponibili.

Tale graduatoria garantirà i diritti acquisiti degli stessi docenti che ormai quasi da un decennio lavorano nelle scuole, sanerebbe il problema del diverso trattamento tra abilitati SSIS, TFA e PAS e permetterebbe poi di procedere con le selezioni del personale solo tramite concorso ai sensi dell’art. 97 della costituzione.

In alternativa si propone di includere nel piano di assunzione tutti gli ITP in possesso dei 36 mesi di servizio direttamente dalla seconda fascia.

In riferimento al Ddl “La buona Scuola” si ritiene doveroso ed urgente informare sugli effetti negativi che alcune parti del Ddl provocherebbero in maniera particolare alla tabella C.

La tabella C rappresenta in buona parte la categoria degli ITP insegnanti tecnico pratici, docenti in possesso di maturità, tali insegnanti rappresentano a nostro avviso il motore fondamentale degli istituti tecnici e degli istituti professionali. Questa categoria e`ormai da anni oggetto di tagli e tagli. Questi docenti insegnano ormai da anni su cattedre vacanti (al 31 agosto ) e da quasi 10anni le Gae risultano esaurite nel 90% dei casi ed in questi ultimi dieci anni non e’ stata mai data loro la possibilità di stabilizzarsi.
I’art. 12 del ddl vorrebbe che tutti i docenti che hanno maturato 36 mesi di servizio con contratto al 31 agosto non possano più insegnare a partire da settembre 2015.

Ci si chiede quindi come sia possibile attuare una cosa simile, tantissimi docenti della tabella C da oltre 10 anni non vengono immessi in ruolo poiché (l’ultima abilitazione riservata risale al 2004 e gli stessi docenti hanno avuto solo dopo 9 anni la possibilità di conseguire una vera e propria abilitazione di STATO denominata P.A.S., in questi anni, questa categoria ha garantito il funzionamento delle scuole, ricoprendo sopratutto posti vacanti, trasmettendo agli allievi competenze per accedere al mondo del lavoro. Oggi si vuol distruggere tutto questo attraverso l’art. 12 del DDL negando a questi stessi docenti di poter continuare a svolgere il proprio lavoro.

Crediamo che sia eticamente ed umanamente giusto dare ai docenti abilitati della tabella C, la possibilità di immissioni in ruolo sui posti vacanti e disponibili. Questi docenti, che avevano fatto delle scelte di vita, al fine di trasmettere il loro sapere alle nuove generazioni, facendosi da ponte tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro, oggi vedrebbero sfumare ogni possibilità di stabilizzazione, non solo, addirittura gli sarebbe negato la possibilità di continuare ad insegnare seppur da precari. Onorevoli Deputati, Senatori e membri della settima commissione, qualsiasi persona benpensante non può non comprendere quindi che parte del Ddl va necessariamente modificato, per il buon funzionamento della scuola attraverso la continuità didattica che sempre più è caratterizzata da un apprendimento di tipo laboratoriale.

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