In Italia si trova ancora lavoro grazie a parenti ed amici, concorso pubblico garantisce pochi posti, timore per la “chiamata diretta” degli insegnanti

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I dati emergono dal rapporto Isfol-Plus 2014, che ha analizzato i canali di intermediazione, ossia le modalità con cui le persone cercano un'occupazione. I risultati naturalmente vanno estese a tutti i tipi di lavoro, non è una ricerca sull'insegnamento.

I dati emergono dal rapporto Isfol-Plus 2014, che ha analizzato i canali di intermediazione, ossia le modalità con cui le persone cercano un'occupazione. I risultati naturalmente vanno estese a tutti i tipi di lavoro, non è una ricerca sull'insegnamento.

E' però interessante notate come nel panorama lavorativo italiano le "conoscenze" abbiano ancora un peso preponderante per accedere al lavoro. Il rapporto dice infatti che un occupato su tre ha trovato lavoro grazie all'intervento di parenti o amici.

Al secondo posto c'è l'invio di curriculum vitae (l'autocandidatura).

A noi interessa sottolineare come in questa classifica il peso di scuola e Università sia molto basso: solo il 3,7% di chi lavora lo deve a un loro intervento diretto.

E ancora, il ruolo dei concorsi pubblici. Negli ultimi anni nella Pubblica Amministrazione c'è stato il blocco delle assunzioni, per cui i concorsi hanno garantito un posto ad appena il 10% degli occupati.

Il mondo dell'insegnamento viene sfiorato solo marginalmente da queste problematiche. Finora il sistema delle graduatorie ha garantito trasparenza nelle assunzioni, soprattutto se associato a controlli rigidi da parte delle amministrazioni interessate (Dirigenze Scolastiche e Uffici Scolastici provinciali).

E sul fronte dei concorsi, ne sono stati avviati due nel giro di quattro anni: nel 2012, per circa 11.000 posti e nel 2016 per 63.000 posti.

La preoccupazione invece è nella cosiddetta "chiamata diretta" da parte dei Dirigenti Scolastici per i docenti che avranno la titolarità su ambito territoriale. La sequenza contrattuale che avrebbe dovuto trovare Miur e sindacati sulle stesse posizioni si è interrotta bruscamente, in quanto l'Amministrazione non "scende a patti" e insiste nel voler applicare alla lettera il dettato della legge 107/2015, che contempla la presentazione dei curriculum e i colloqui personali. E anche nella scuola comincia ad aleggiare l'ombra di incarichi con criteri che potrebbero esulare dall'oggettività garantita da una graduatoria.

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