Invalsi. Precisazioni in merito alla restituzione dei risultati delle scuole nelle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti e trattamento del cosiddetto cheating

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Comunicato INVALSI – Nella restituzione alle scuole dei loro risultati nelle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti dello scorso anno – restituzione conclusa nel dicembre 2012, relativamente alle prove del maggio-giugno 2012 – le scuole hanno per la prima volta avuto esplicita indicazione della stima del peso di comportamenti anomali (cheating) registrati nella effettuazione delle prove.

Comunicato INVALSI – Nella restituzione alle scuole dei loro risultati nelle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti dello scorso anno – restituzione conclusa nel dicembre 2012, relativamente alle prove del maggio-giugno 2012 – le scuole hanno per la prima volta avuto esplicita indicazione della stima del peso di comportamenti anomali (cheating) registrati nella effettuazione delle prove.

I dati restituiti a ciascuna istituzione scolastica erano al netto del cosiddetto cheating e, ove questo avesse superato una certa entità, tale da rendere comunque poco affidabili i risultati, questi non venivano proprio restituiti. Tale “trattamento” veniva effettuato a livello delle singole classi, per cui una scuola poteva ricevere un flusso differenziato di dati da classe a classe. Le informazioni in questione venivano restituite integralmente al dirigente scolastico e, pur se con modalità differenziate (evidenziabili al seguente link: http://www.komedia.it/invalsi/guida_invalsi.html), ai docenti della scuola e delle singole classi, nonché al presidente del consiglio d’Istituto, che è sempre un genitore. L’intendimento era quello di aprire un confronto interno alla singola scuola, non solo sull’uso delle rilevazioni sugli apprendimenti a fini di riflessione sul come migliorare la performance della scuola, ma anche sul come contrastare un fenomeno, quello del cheating, intrinsecamente diseducativo.

Nel frattempo l’INVALSI ha posto in essere un’azione di riflessione sul come prevenire e contrastare il cheating (cfr. tra l’altro il convegno scientifico tenuto a Roma l’8 febbraio 2013), attività a valle della quale sono state riviste le modalità operative di conduzione della prova e quelle di stima del cheating comunque residualmente presente. Tra l’altro si è previsto che in ciascuna classe i singoli alunni possano trovarsi sino a cinque modelli diversi di prova, ciascuno contraddistinto da un diverso ordinamento di domande e risposte (cfr. http://www.invalsi.it/snvpn2013/rapporti/Rapporto_SNV_PN_2013_DEF_11_07_2013.pdf) e si è prevista la raccolta di informazioni ulteriori sulle modalità di effettiva conduzione delle prove. Queste innovazioni, già apportate per le prove tenutesi a maggio 2013, saranno replicate e ampliate negli anni a venire, nella prospettiva, inoltre,di unificare le prove di V primaria e I secondaria di primo grado (con una collocazione temporale che serva anche a meglio contrastare il cheating) e introdurre il computer come modalità di conduzione delle prove (lo si farà su base universale già a partire 2015, per le prove già in via di sperimentazione per la l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado). I metodi di stima del cheating sono stati rivisti, con una procedura statistica iterativa che non si fermasse al mero sospetto derivante dall’essere i risultati della singola classe in media molto elevati e con scarsa variabilità interna (una situazione che potrebbe dipendere dal cheating, ma anche identificare una classe “eccellente”), andando a verificare una serie di altri aspetti, derivanti dal confronto con classi simili in cui era presente un osservatore esterno e dalla correlazione con i risultati dei singoli alunni nelle prove interne della scuola.

I risultati delle prove condotte nella primavera del 2013 che in queste settimane, con un anticipo di 3 mesi rispetto al passato, vengono restituiti alle scuole già recepiscono queste innovazioni: per la precisione per le scuole primarie e secondarie inferiori ciò è già avvenuto (rispettivamente il 3 settembre e il 16 settembre), per le scuole secondarie di secondo grado ciò avverrà il 30 settembre. Come preannunciato già nei mesi passati, le scuole ricevono quest’anno i risultati anche ove il cheating sia stimato essere molto elevato, a loro essendo rimessa la scelta di evidenziare, anche all’esterno, l’implausibilità di quell’apparentemente elevato cheating. L’INVALSI, anche sulla base di queste segnalazioni, ha del resto l’intenzione di continuare ad affinare tanto le modalità di prevenzione del cheating quanto quelle di sua stima a fini di correzione ex post dei dati: la nuova metodologia di stima è infatti molto più affidabile, ma l’azione intrapresa lungi dall’essere conclusa.

Sul tema si segnala tra l’altro il fatto che l’INVALSI, sta guardando con estremo interesse e favore il progetto della provincia autonoma di Trento circa la possibilità di mettere a disposizione delle scuole che intendano sottoporvisi dopo la restituzione dei dati una rilevazione aggiuntiva degli apprendimenti, caratterizzata tanto da un maggiore livello di complessità (perché l’avere risposte tutte giuste in una classe potrebbe per l’appunto discendere dal fatto che quella classe sia caratterizzata da alunni tutti molto bravi e capaci) e da un più rigoroso e controllato protocollo di effettuazione della prova. In tal modo, sarà possibile comprendere se risultati molto positivi siano da attribuire a studenti veramente capaci o, invece, a un inadeguato rispetto del protocollo disvolgimento delle prove INVALSI.

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