Immissioni in ruolo, docenti “deportati” ed è guerra di lettere sui quotidiani. Inviaci la tua esperienza

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Il primo quotidiano "bombardato" da lettere è proprio il nostro, con la sezione dedicata stracolma di docenti che criticano le modalità di assunzioni.

Il primo quotidiano "bombardato" da lettere è proprio il nostro, con la sezione dedicata stracolma di docenti che criticano le modalità di assunzioni.

C'è quella di Ambra Mocchiutti, che titola "Il docente migrante" e raccolta l'odissea di un'estata davanti al PC definendo il piano "una roulette".

C'è chi, anche in (forse involontaria) risposta all'assessore all'istruzione della Lombardia,Valentina Aprea, che lamenta l'arrivo di docenti del Sud che faranno poi domanda di ritorno a casa con disagi per la continuità didattica degli studenti del Nord, come Raffaella Fortu che a causa del piano assunzionale probabilmente andrà lontano e non potrà più seguire la sua alunna. Come se gli studenti del Sud avessero meno diritti di quelli del Nord.

Margherita, invece, a malincuore ritiene che i docenti che saranno assunti con la fase C avranno ben poco da festeggiare, "Una volta – dice -il ruolo per i docenti era una festa, adesso… "

Anche per Salvo Altadonna la presentazione della domanda non è stata una festa. "Io non so se ho fatto bene o male", confessa.

Molte altre sono le lettere giunte in redazione, che potete leggere nella nostra sezione dedicata.

Un dramma che fuori dai confini scolastici non viene ben percepito, se si legge quanto riportato da altri quotidiani. Come su Repubblica, dove i commenti agli articoli sull'argomento dimostrano scarsa consapevolezza del problema. Ad esempio, una mamma che afferma "Una precaria che si è definita deportata non la vorrei mai come insegnante di mio figlio". Oppure "Cari inseganti deportati, io sono stato costretto, a 38 anni e on un bambino, ad arrivare fino in Norvegia per poter fare il lavoro per cui ho studiato. E non me ne lamento".

L'argomento piace ai quotidiani generalisti e oggi, sempre Repubblica, pubblica un intervento di Marcella Raiola, 44 anni, precaria da 13, docente precaria presso i licei. Nell'intervento afferma "ho rifiutato l'assunzione a scuola non insultatemi", definendo il piano come un salto nel buio, dopo anni di "supplenze stabili" che le hanno consentito di dare continuità alla sua vita e al suo territorio.

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