Griglie di valutazione AD04 in Emilia-Romagna

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LETTERA APERTA DEL COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA BOLOGNA E DEL COORDINAMENTO NAZIONALE TFA IN MERITO ALLA PUBBLICAZIONE DELLA GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEL CONCORSO SCUOLA PER L'AMBITO AD04 (REGIONE EMILIA-ROMAGNA)

LETTERA APERTA DEL COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA BOLOGNA E DEL COORDINAMENTO NAZIONALE TFA IN MERITO ALLA PUBBLICAZIONE DELLA GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEL CONCORSO SCUOLA PER L'AMBITO AD04 (REGIONE EMILIA-ROMAGNA)

Gentile Presidente,

ci rivolgiamo a lei con una lettera aperta, dopo aver letto, con rabbia, sgomento e persino incredulità, la griglia di valutazione pubblicata il 29 giugno per l'AD04 dalla commissione giudicatrice dell'Emilia-Romagna, da lei presieduta.

Da principio è bene ribadire, come già fatto in altre occasioni durante questi mesi, che le griglie di valutazione devono essere fornite ai discenti (in questo caso, ai concorrenti) prima della prova, e non due mesi dopo. Questa non è solo una buona prassi didattica, ma anche e soprattutto un requisito previsto dalla Legge (art. 12 D.P.R. 9 maggio 1994, n. 487), recentemente richiamato da una sentenza del Tar Campania-Napoli (n. 1087 del 27 febbraio 2016).

Questa clamorosa omissione si è verificata, come noto, sul piano nazionale e su tutte le classi di concorso, e non è quindi imputabile alla commissione emiliano-romagnola. Tuttavia, la struttura e la specificità della griglia di valutazione in oggetto, un vero unicum a livello nazionale, rende ancora più inconcepibile e ingiusto questo clamoroso ritardo nella comunicazione dei criteri di valutazione.

Abbiamo voluto mettere a confronto tale griglia con quelle pubblicate per il medesimo ambito disciplinare dalle commissioni di riferimento in altre regioni, come Lazio, Liguria, Abruzzo, Veneto, Molise, Puglia, Calabria, Lombardia, Piemonte. L'originalità della griglia dell'Emilia Romagna è di immediata evidenza: vi è una profonda disparità tra questa e tutte le altre, una discrepanza che, unita ad alcune pesanti imprecisioni, rischia di svantaggiare gravemente i candidati della nostra regione rispetto ai concorrenti delle altre.

Allo scopo di essere il più chiari possibile, esponiamo in cinque punti le incongruenze che non possono essere mantenute nella griglia da voi proposta.

  1. TOH, UN PREREQUISITO

Su quali fondamenti la correttezza linguistica in Emilia-Romagna diventa un prerequisito, allorché, in base alle indicazioni ministeriali, è presente e regolarmente valutata come requisito in tutte le altre griglie sinora pubblicate? È evidente lo svantaggio che si presenta: coloro che tra noi saranno riusciti, non senza fatica dati i diciotto minuti a disposizione per ogni domanda, a esprimersi in maniera corretta, appropriata, coesa e coerente, non vedranno riconosciuto in termini di punteggio il loro sforzo. Come sarà rimarcata, inoltre, la differenza tra una risposta ben scritta e una meno articolata?

E infine, su quali criteri è stabilito tale prerequisito di correttezza linguistica? Si intende ad esempio che un singolo errore grammaticale o sintattico, facilmente imputabile alla modalità di svolgimento delle prove e al fatto che sia stato in molti casi impossibile rivedere i testi con la dovuta calma, sia già condizione sufficiente per considerare nulla una risposta, senza affatto considerare i contenuti esposti? E se non uno quanti allora, due? Tre? Quattro? In base a quali criteri?

Tutto questo è inaccettabile.

  1. RICHIESTE MARZIANE

La griglia proposta per le domande 1-3-4-5 non è pertinente alle domande stesse, in quanto risulta più dettagliata dei quesiti e talvolta in contraddizione con essi. Pare in effetti impostata come se ogni domanda prevedesse la formulazione di un'UdA, non tenendo in alcun conto le effettive richieste, le famigerate consegne di cui per tutto l'anno abbiamo raccomandato attenta lettura nelle nostre classi. Portiamo qualche caso.

In primo luogo ribadiamo ai componenti della commissione valutatrice la necessità di tenere ben presente la tempistica di svolgimento della prova: diciotto minuti a quesito, poco più di un quarto d’ora per elaborare unità o percorsi didattici, verifiche con griglie, unità di apprendimento e quant'altro; testi che, di norma, nella quotidiana pratica scolastica necessitano di ore se non di giorni. I candidati si sono trovati nella condizione di tentare di rispondere alle già sproporzionate richieste del Miur senza avere obiettivamente il tempo di curare i riferimenti normativi (inverosimile, ad esempio, la pretesa di rifarsi alle Indicazioni Ministeriali), precisare i tempi, le pratiche didattiche o gli strumenti multimediali, se questi non erano esplicitamente richiesti. E perché, d'altronde, avrebbero dovuto farlo?

Proponiamo alcuni esempi, che sono anche domande alla Commissione:

a) perché sarà valutato in una domanda che chiedeva di proporre un percorso di letture sul tema del diverso, il “preciso” riferimento all'organizzazione temporale? O quello a metodologie didattiche innovative? O a modalità di monitoraggio e valutazione? Era richiesto un percorso didattico coerente e si domandava di motivare le scelte dei testi da proporre alla classe. Punto.

b) Perché, in alcune domande, si sarebbe dovuto far riferimento alla scansione temporale se questa era già precisata nelle tracce (lezione di due ore nelle domande 1 e 5 – Petrarca e Costituzione)? E, ancora, perché mai, in una domanda relativa a una lezione di due ore su un sonetto di Petrarca, o di due ore sulla Costituzione, il candidato avrebbe dovuto fare necessario riferimento a strumenti multimediali, dal momento che la conoscenza degli stessi veniva specificamente testata in altre due domande?

c) E perché, allo stesso modo, avrebbe dovuto inserire una parte relativa agli alunni con Bes nella verifica su Montale, quando di essi si doveva trattare esplicitamente nella domanda 1? In base a quale geniale intuizione avremmo dovuto dedurre che occorreva quindi prevedere l’uso di strumenti compensativi e di misure dispensative, in diciotto minuti, senza dimenticare prerequisiti e accertamento di competenze, e sollecitando, ça va sans dire, la riflessione personale e lo spirito critico?

Insomma, ci sono richieste competenze soprannaturali, marziane: in diciotto minuti (repetita iuvant) non avremmo dovuto soltanto rispondere in maniera esauriente alle consegne date ma divinare al contempo le ulteriori richieste che, due mesi dopo, sarebbero venute dalla commissione giudicatrice. Davvero straordinario…

Ora, vedete, fuori da questa amara ironia, siamo qua a dichiararvi profonda rabbia e indignazione. Perché tutte queste approssimazioni, queste inesattezze, queste scorrettezze pesano, costano punti, punti e mezzi punti che si sommano gli uni agli altri; segnando, sia detto senza retorica, i nostri destini professionali e umani.

 

  1. (NON) VADO AL MASSIMO

Non si capisce perché il quesito numero sei goda di una griglia specifica, laddove a livello nazionale è uguale per tutti i quesiti. Inoltre essa non è neppure adeguata rispetto alle tracce ministeriali: del tutto sproporzionato è infatti lo spazio assegnato alla normativa, tanto che, per il criterio della completezza (in questo caso abbinato senza alcuna apparente ragione alla pertinenza), appare pressoché impossibile totalizzare il massimo dei punti, dal momento che il candidato non era tenuto a un “puntuale approfondimento normativo” riguardo alla nota citata in consegna, ma solo a farne un “opportuno riferimento”. Così, anche se il candidato sarà stato in grado di produrre una risposta ricca, appassionante, convincente sul valore della letteratura, potrà totalizzare al massimo due punti (senza valori intermedi, questa sezione: o zero o due) per la sua originalità.

 

  1. UNA QUESTIONE DI ORIGINALITÀ…

Benché l’originalità sia inserita come criterio ministeriale non ci è chiaro il motivo per il quale si attribuisca in merito mezzo punto ai quesiti 1-3-4-5, due punti al quesito 6, e addirittura alcuno per il 2.

Le griglie per le domande sembrano presupporre un modello di docente ben preciso e una pratica didattica impostata secondo criteri definiti, sempre uguale a se stessa, mentre le domande permettevano legittimamente di scegliere approcci differenti. Il punteggio per l'originalità risulta quindi un'ipocrisia se non si può prescindere da certi elementi. Peraltro è molto opinabile che per alcuni dei percorsi (Ud/Uda) richiesti fossero considerati adeguati solo metodi “innovativi”. Innovativi secondo quale criterio? Da quale punto di vista?

  1. …E UNA DI QUALITÀ

La parte relativa alla completezza (per le domande 1-2-3-4-5), inoltre, non valuta la qualità, non presenta indicatori descritti in modo scalare, ma verifica freddamente la presenza o meno di determinati item (spesso, come detto al punto 2, non richiesti dalle tracce ministeriali). In questa maniera sono avvantaggiati coloro che hanno risposto in modo schematico, senza riflettere sulla pratica didattica scelta e senza provarne l’efficacia. Ma, come per il punto 2, e mancando un riferimento a prove simili in passato (tutto il concorso, è bene ricordarlo, è stato un unicum), da cosa avremmo dovuto intuire che una strategia di questo tipo si sarebbe rivelata vincente?

La commissione giudicatrice propone, per valutare la completezza delle nostre risposte, una check-list che è forse funzionale a velocizzare i tempi di correzione ma che, a ben pensarci, potrebbe rivelarsi un boomerang proprio sotto questo aspetto, aprendo la strada a lunghi, combattuti, angoscianti, certo, ma per noi necessari, contenziosi legali.

In conclusione, riteniamo che la griglia di valutazione adottata dalla commissione giudicatrice emiliano-romagnola sia inaccettabile.

Siamo docenti con caratteristiche diverse ma tutti abilitati, chi con anni di esperienza alle spalle, chi con selezioni durissime per ottenere l’abilitazione. Abbiamo tutti frequentato corsi preparatori all’insegnamento e questo Concorso, che ci era stato presentato come un’opportunità, rischia di diventare punitivo oltre misura.

Chiediamo quindi a gran voce, per le ragioni sopra elencate, un'immediata revisione delle griglie, che non sono in linea con le indicazioni ministeriali né con quelle adottate in altre regioni, e una riflessione della Commissione intorno alle reali possibilità di risposta dei concorrenti nel poco tempo a loro concesso.

Coordinamento Precari Scuola Bologna

Coordinamento Nazionale Tfa

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