Governo vara la legge di stabilità 2014: blocco degli stipendi e un fantomatico merito

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red – Ieri, il Governo ha varato il DPEF 2014, che ha avuto quale scopo dichiarato di puntare ad una crescita del Pil di almeno l’1% durante il prossimo anno e di 2 punti gli anni successivi. Come ne esce la pubblica amministrazione?

red – Ieri, il Governo ha varato il DPEF 2014, che ha avuto quale scopo dichiarato di puntare ad una crescita del Pil di almeno l’1% durante il prossimo anno e di 2 punti gli anni successivi. Come ne esce la pubblica amministrazione?

Non bene, con la conferma del blocco al rinnovo dei contratti a tutto il 2014 e un nuovo stop del turn over fino al 2018 (stop che, ovviamente, non riguarda la scuola)

Ci è, inoltre, giunta notizia di un giro di vite sulle future indennità di accompagnamento, argomento che ci riserviamo di affrontare nel dettaglio quando avremo a disposizione il testo definitivo della legge di stabilità.

A meno di improbabili colpi di scena, il varo di ieri sancisce anche il blocco degli stipendi e dei contratti per gli statali, personale della scuola incluso, per tutto il 2014. Niente scatti, dunque, mentre i sindacai sono già sul piede di guerra ed annunciano una protesta per giorno 28.

Contemporaneamente, nell’ultima bozza a nostra disposizione (che non dovrebbe aver subito modifiche nel teso definitivo) è presente un articoletto che dà il via ad “un sistema di valutazione delle  prestazioni professionali collegato a una progressione di carriera svincolata dalla mera anzianità di servizio”.

Una idea che non è dispiaciuta ai docenti, almeno secondo il sondaggio rivolto agli utenti di OS.it, se non fosse che, al momento, notizie informali, confermate da comunicati sindacali, vorrebbero una realizzazione a costo zero.

Ieri, intanto, veniva rimandata l’informativa del MIUR sulla distribuzione del fondo di istituto alle scuole, dal quale si attingerà per il pagamento degli scatti stipendiali del 2012.

Una prassi che ormai sembra essersi consolidata, togliere alla scuola per dare alla scuola, fino a che ci sarà un fondo dal quale attingere o sarà avviato un merito che toglierà il poco a molti per dare poco a pochi.

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