Governo propone prepensionamento giornalisti. E per i Quota96?

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red – "Credete – afferma l’On Marzana del M5S – che la ragioneria non abbia dato parere negativo in considerazione della grave situazione economica in cui versa l’Italia?" Il riferimento è al taglio Irpef che fruttò 80 euro in più ai dipendenti.

red – "Credete – afferma l’On Marzana del M5S – che la ragioneria non abbia dato parere negativo in considerazione della grave situazione economica in cui versa l’Italia?" Il riferimento è al taglio Irpef che fruttò 80 euro in più ai dipendenti.

Quindi, perché per i Quota 96 i soldi in questi anni non si sono trovati? E questo nonostante, continua l’On Marzana in un comunicato stampa, ci sia stato un impegno formale da parte del Governo in occasione  della proposta di legge sugli esodati.

Impegno che, al momento, si è tradotto in una dichiarazione di intenti, procastinata nel tempo che ha attraversato gli ultimi Governi e che è approdata nella promessa dell’attuale Ministro di risolvere la questione entro l’estate.

Nel frattempo sono passati due anni dalla riforma Fornero che ha inchiodato 4mila lavoratori della scuola impedendo loro di andare in pensione pur avendo maturato in tempo i requisiti pensionistici secondo il calendario scolastico.

E’ notizia di qualche giorno fa lo stanziamento di 51,8 milioni di euro in sei anni, dal 2014 al 2019, per il prepensionamento dei giornalisti dipendenti di aziende che hanno dichiarato lo stato di crisi. Lo prevede un emendamento a firma del Governo al dl Pubblica amministrazione, presentato in commissione Affari costituzionali alla Camera: 3 milioni di euro per il 2014, 9 milioni per il 2015, 13 milioni per il 2016 e altrettanti per il 2017, 10,8 per il 2018 e 3 per il 2019. Per la copertura finanziaria, 33 milioni di euro, fino al 2019, saranno recuperati dal Fondo per la compensazione degli effetti finanziari del ministero dell”Economia, istituito nel 2008. Quest”ultimo fondo viene incrementato di 22 milioni di euro per il 2014 e 11 per il 2015

Ferma restando la delicatezza dell’argomento ed esprimendo solidarietà ad una categoria di lavoratori di un settore in crisi come l’editoria, ci pare che qui, però, ci siano figli e figliastri.

Oggi i Quota sperano in un emendamento al Decreto Madia che li pensioni ad Agosto, dopo due anni di attesa, ma che li costringe a rinunciare temporaneamente alla liquidazione del TFS.

Forse il Parlamento riuscirà ad anticipare le promesse del Governo, forse no ed il Governo emanerà il promesso decreto, ma è certo che la politica in tutta questa vicenda ha dato il peggio di sè e la scuola sempre più cenerentola, come fonte di risparmio anziché di investimento.

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