Girls code it better: un progetto per la STEM tra pubblico e privato

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L’agenzia Man at Work ha ideato, finanziato e promosso un interessante progetto per le scuole del primo ciclo, per favorire l'orientamento delle ragazze alle discipline STEM e alle scuole che le sviluppino, alla luce della forte discrepanza nel mercato del lavoro fra domanda (molta) di profili femminili in “Science, Technology, Engineering, Mathematics” e l’ offerta ancora troppo esigua di donne appassionate e competenti. 

L’agenzia Man at Work ha ideato, finanziato e promosso un interessante progetto per le scuole del primo ciclo, per favorire l'orientamento delle ragazze alle discipline STEM e alle scuole che le sviluppino, alla luce della forte discrepanza nel mercato del lavoro fra domanda (molta) di profili femminili in “Science, Technology, Engineering, Mathematics” e l’ offerta ancora troppo esigua di donne appassionate e competenti. 

Da qui nasce l’azione #20 del nuovo Piano Nazionale Scuola Digitale, la cui denominazione è “Girls code it better ”.

Il progetto si sviluppa su linee metodologiche precise, quelle del Project based learning e prevede una formazione specifica per i coach dei club condotta dal prof. Enzo Zecchi , da alcuni docenti del Servizio Marconi T.S.I (USR Emilia-Romagna) e delle associazioni Connessioni didattiche , MakeinBo – Fablab Bologna.

Il PBL è una metodologia basata sull’ideazione e realizzazione di progetti autentici: ideare, valutare la fattibilità, sviluppare e realizzare nel concreto l’idea condivisa porta le alunne ad apprendere e a sperimentare competenze di tipo relazionale, digitale e disciplinare.

I coach sono il maker e il docente: il docente cura gli aspetti di mediazione didattica e di gestione del gruppo, il maker introduce le competenze pratiche e digitali e aiuta le ragazze nella risoluzione dei problemi e nell’ideazione di possibili e molteplici percorsi alternativi.

Il club è l’ambiente relazionale e di apprendimento delle ragazze, nel quale si impara facendo ( e sbagliando) e si sviluppa l’idea condivisa di lavoro, in un clima più informale rispetto a quello di classe.

Il progetto è un esempio significativo di intesa e collaborazione fra il privato e il mondo della scuola: dove non si verifica questa intesa il progetto non ha inciso sull’innovazione didattica.

Il progetto verrà proposto anche nel prossimo anno scolastico agli istituti, che devono garantire alcune condizioni a priori, come una buona connettività, un laboratorio funzionante e funzionale, un docente coach retribuito con le risorse della scuola.

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