Giannini: con il concorso a cattedra triennale si prospetta generazione nuova di insegnanti e un ritorno alla normalità
"Abbiamo un'età media dei candidati che è di 39 anni e questo sembra un risultato importante. Ricordo che l'età media degli insegnati italiani ad oggi sfiora i 50. L'età fa la differenza e così si prospetta una generazione nuova di insegnanti, una generazione che entra con una selezione nazionale". Lo ha dichiarato, oggi a Trieste, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, in merito al concorso per docenti previsto da "La Buona Scuola".
"Abbiamo un'età media dei candidati che è di 39 anni e questo sembra un risultato importante. Ricordo che l'età media degli insegnati italiani ad oggi sfiora i 50. L'età fa la differenza e così si prospetta una generazione nuova di insegnanti, una generazione che entra con una selezione nazionale". Lo ha dichiarato, oggi a Trieste, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, in merito al concorso per docenti previsto da "La Buona Scuola".
"Per quanto riguarda l'esito delle prime prove, come i candidati hanno dichiarato, mi pare si vada a vedere non tanto le competenze specialistiche, perché sono docenti abilitati, quanto la loro abilità metodologica e didattica nel presentarle agli studenti. Quindi – ha continuato Giannini – credo che il livello qualitativo della classe docente del Paese si innalzerà moltissimo". "E' un processo che non si esaurisce con questo flusso ma da qui comincia e avrà una cadenza triennale per la copertura di tutti quei posti che coi pensionamenti nella scuola si creeranno nel corso degli anni – ha concluso il ministro -. Mi sembra un ripristino della normalità che non è una cosa facile da ottenere".
"La Buona Scuola e la legge 107 fanno dei processi integrativi, dell'inclusione in generale (abbiamo anche una delega importante su questo tema a cui stiamo lavorando in questi giorni) e soprattutto dell'integrazione degli alunni stranieri, un punto qualificante". Ha aggiunto il ministro.
"Io ho una sensiblità che deriva dalla mia storia personale ed ho la consapevolezza che se i bambini non sanno l'italiano, o comunque la lingua del paese in cui arrivano e in cui cresceranno come cittadini e come adulti, non saranno in grado di essere cittadini pieni, attivi" – ha continuato Giannini -. "Si parte dalla lingua, che vuol dire cultura e conoscenza delle istituzioni. Questo è un processo complesso, che prevede la preparazione di insegnanti che sappiano fare quel mestiere. Non è un caso – ha concluso il ministro – che in abbinamento al concorso e alla legge che sulla Buona Scuola abbiamo attivato per la prima volta nel Paese la classe di concorso specialistica in italiano lingua seconda".