Giannini su emigrazione docenti: “anche io costretta a spostarmi e lasciare bimbo”. UGL, “sì ma non con stipendio da fame”

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Botta e risposta tra il Ministro Giannini e il sindacato UGL sull'emigrazione dei docenti precari assunti in questi giorni.

Botta e risposta tra il Ministro Giannini e il sindacato UGL sull'emigrazione dei docenti precari assunti in questi giorni.

Secondo il Ministro le persone costrette a spostarsi da Nord a Sud sono circa 7mila. Oggi, durante una intervista al quotidiano "Il Mattino" ha voluto specificare, "Avevo trent'anni, vinsi una cattedra a 350 chilometri di distanza da casa, mio figlio aveva pochi mesi", "ho fatto la pendolare settimanale, è stato un grande sacrificio, quindi ho il massimo rispetto per le storie individuali". Tuttavia per la responsabile dell'Istruzione "questa drammatizzazione" è "antistorica.

A rispondere il sindacato UGL  "prendiamo atto ed apprezziamo chi ha accettato una cattedra a 350 km da casa, ma ci sono almeno due elementi che il ministro sembra non tenere nella giusta considerazione: nelle procedure di immissione in ruolo e quindi di assegnazione delle cattedre, troppo spesso ci troviamo ad assistere a lavoratori che dovranno assumere servizio in una scuola distante oltre 1.000 km dalla propria abitazione – prosegue – i lavoratori della scuola, percepiscono uno stipendio che ha un potere di acquisto che nulla ha a che vedere con gli stipendi di vent'anni addietro e, a questo si aggiunge che il ccnl di categoria non viene rinnovato da circa un decennio". 

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