Ferie non godute per i precari. Entro 30 giorni il MEF fornirà dati sui risparmi

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L'On. Chimienti (M5S) ha esposto alla Commissione Lavoro la proposta di legge sul ripristino delle ferie non godute per i precari della scuola, quantificabile in circa 1000 euro. Entro 30 giorni il MEF fornirà relazione tecnica su oneri e platea.

L'On. Chimienti (M5S) ha esposto alla Commissione Lavoro la proposta di legge sul ripristino delle ferie non godute per i precari della scuola, quantificabile in circa 1000 euro. Entro 30 giorni il MEF fornirà relazione tecnica su oneri e platea.

Quale risparmio ha prodotto eliminare la retribuzione delle ferie (dai 1000 ai 1.200 euro individuali) non godute per i precari della scuola? Quale sarebbe la platea interessata da un eventuale ripristino?

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Sono queste le richieste dell'On. Chimienti (M5S) avanzate alla Commissione Lavoro

"A fronte di tutto ciò, e vengo al contenuto della proposta oggi in esame, nel 2012 il Governo Monti ha ben pensato di intervenire con una serie di norme che hanno assestato il colpo di grazia al personale precario della scuola. Stiamo parlando dei già citati commi 54-55 e 56 della legge 135/2012, la cosiddetta “spending review”.

Queste norme sono a nostro avviso illegittime perché, calpestando il contenuto del contratto collettivo nazionale dei docenti, siglato nel 2007 e che prevedeva in tema di ferie un regime differente per il personale di ruolo e per il personale precario, di fatto impediscono ai docenti a tempo determinato la possibilità di monetizzare le proprie ferie non fruite. Il combinato disposto dei tre commi di cui chiediamo l'abrogazione ha infatti reso monetizzabile solo la differenza tra numero di giorni di ferie spettanti al docente e giorni di sospensione dell'attività didattica. Nel caso tipico di un contratto a tempo determinato che decorra dal 1 settembre al 30 giugno, i giorni di ferie spettanti sono circa 36, ma ai fini della monetizzazione la normativa attualmente in vigore impone di sottrarre a questi i giorni di sospensione dell'attività didattica (Natale, Pasqua, ponti vari). Secondo il disposto del comma 54 in questi giorni il docente viene messo in ferie "d'ufficio" cioè coattivamente: ecco che, svolgendo la semplice sottrazione, si scende a un numero di giorni di ferie non fruite e dunque monetizzabili risibile o pari a zero, causando la perdita di oltre mille euro l'anno per ogni docente con contratto a tempo determinato in vigore dal 1 settembre al 30 giugno.

Questa somma, una sorta di “tesoretto” che fino a prima del 2012 i docenti precari potevano accantonare, un risarcimento economico per il futuro periodo di disoccupazione al momento del licenziamento, era fondamentale.

Ricordo che Natale, Pasqua e ponti vari sono giorni in cui la scuola è chiusa e in cui il docente non può neppure scegliere di recarsi a lavoro, come invece farebbe se svolgesse un altro mestiere e avesse necessità di guadagnare quei 1000 euro in più. Tutto ciò è profondamente iniquo e discriminatorio e non fa che aggravare delle condizioni economiche, lavorative e psicologiche già disastrose.

Il mio intento è quello di portare alla luce queste problematiche e sensibilizzare tutti i membri di questa commissione sulla situazione che stanno vivendo circa 130mila docenti, circa 130mila persone che hanno anche 40-50 anni, che hanno una famiglia da mantenere e per i quali una perdita di 1200€ l'anno risulta essere davvero sensibile (infatti ci tengo a dire che questa pdl è nata a seguito delle centinaia di segnalazioni e sollecitazioni che abbiamo ricevuto, si tratta di un tema veramente molto sentito nell'ambiente scolastico e siamo anche sorpresi che nessuno ne abbia mai parlato all'interno delle istituzioni).

Vi chiedo quindi in che modo possiamo procedere quantomeno per avere dati certi sulla platea interessata da questa proposta, su quanti risparmi si sono avuti dal 2012 ad oggi e sull'ammontare complessivo del costo per il ripristino della situazione precedente."

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