Per essere un prof. è indispensabile avere la patente di guida e anche un’automobile! Lettera

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Sono un Docente immesso in ruolo col piano “Buona Scuola”, calabrese, che il 1 settembre dovrà prendere servizio a Varese, in una Scuola della provincia ma ad oggi, 29 ago, non è possibile sapere in quale città-paese-contrada ecc… si trova!!! Per evitare lotte di categoria sterili e senza senso (la cosiddetta guerra del povero) non utilizzerò il termine Scuola ma luogo di lavoro e non utilizzerò il termine Docente ma lavoratore o italiano!!!

Sono un Docente immesso in ruolo col piano “Buona Scuola”, calabrese, che il 1 settembre dovrà prendere servizio a Varese, in una Scuola della provincia ma ad oggi, 29 ago, non è possibile sapere in quale città-paese-contrada ecc… si trova!!! Per evitare lotte di categoria sterili e senza senso (la cosiddetta guerra del povero) non utilizzerò il termine Scuola ma luogo di lavoro e non utilizzerò il termine Docente ma lavoratore o italiano!!!

In particolare ho capito che, pena l'esclusione dal lavoro, è indispensabile avere la patente e avere una macchina a disposizione, indipendentemente dal sesso, dall'età o delle difficoltà con la guida.

Infatti, mi chiedo, se dal 1 settembre dovrò prendere servizio in un paese che non so come e se è servito dai mezzi pubblici, come posso pianificare la logistica per arrivarci dignitosamente? Inoltre, ancora non so dove prenotare una struttura per dormire (evidenzio che partirò con la mia famiglia) e chiaramente prenotare per lo stesso giorno o il giorno dopo comporta un notevole aggravio di costi. Per non parlare del mezzo di trasporto per arrivare in Lombardia (aereo, treno…), improponibile. Certo, se almeno le informazioni fondamentali (la città dove si trova il luogo di lavoro) si fossero conosciute prima… .non dico altro ma quantomeno un minimo di tranquillità per organizzare i servizi di base per soddisfare i bisogni primari….

Quindi, oltre i disagi anche la preoccupazione fino all'ultimo momento e la necessità di utilizzare la macchina. Sono in contatto con colleghe che dovranno prendere servizio in altri ambiti, Bari ad es. dove i paesi sono molto distanti, sono tutti alla disperazione totale.

Mi chiedo, ma questo è un trattamento dignitoso per una persona? Ma questa è l'Italia del passato che raccontiamo? Forse questa è un'Italia diversa che è meglio evitare di raccontare.

Un lavoratore italiano in una ex struttura pubblica meravigliosa.

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