Esclusa la scuola dal taglio di spesa dell”80% per gli arredi nelle Amministrazioni pubbliche

Di Lalla
WhatsApp
Telegram

Assodidattica – Il provvedimento denominato Legge di Stabilità approvato la vigilia dello scorso Natale, aveva decretato un taglio dell’80% per gli arredi, compresi quelli destinati alla scuola e ai servizi all’infanzia. Il testo prevedeva, infatti, che tutte le Amministrazioni pubbliche non potessero acquistare arredamenti per una quota superiore al 20% di quanto speso in media nel 2010/2011.

Assodidattica – Il provvedimento denominato Legge di Stabilità approvato la vigilia dello scorso Natale, aveva decretato un taglio dell’80% per gli arredi, compresi quelli destinati alla scuola e ai servizi all’infanzia. Il testo prevedeva, infatti, che tutte le Amministrazioni pubbliche non potessero acquistare arredamenti per una quota superiore al 20% di quanto speso in media nel 2010/2011.

Forse l’estensore aveva in mente uffici governativi o grossi Enti, o magari quel dirigente un po’ narcisista che vuol cambiare scrivania ogni due anni. Ma il mondo è diverso, è fatto da oltre 8000 comuni, che hanno la responsabilità diretta degli edifici scolastici.

Questo decreto ha bloccato tutti gli enti locali, compresi quelli medio piccoli (che sono circa il 96% del totale) che, avendo costruito un nuovo asilo o una scuola con l’immobile pronto, non potevano arredarlo e quindi aprirlo!

Per non parlare della messa in sicurezza e la ricostruzione degli edifici scolastici (ad esempio quelli delle zone terremotate d’Emilia). Le nuove strutture prive di arredo sembravano destinate a diventare Monumenti alla memoria, perché le Amministrazioni non potevano metterci banchi e sedie, se non violando la legge. Avevano magari investito un milione di euro per l’edificio con l’aiuto di Stato e Regioni, ma non avevano facoltà di spenderne 40.000 per accogliere i bambini e, almeno, metterli a sedere.

L’IMPEGNO DI ASSODIDATTICA

Partendo dalle segnalazione degli operatori su questi problemi concreti Assodidattica, l’Associazione Italiana Produttori e Fornitori Materiale Didattico e Arredamenti, si è assunta l’impegno di coinvolgere tutti i possibili referenti per trovare una soluzione a favore dell’infanzia e della scuola. È così iniziata una campagna di sensibilizzazione e di comunicazione attraverso interviste radiofoniche, articoli su Internet e Facebook per dare conoscenza e risalto alla questione.

Contestualmente, si sono presi contatti con le istituzioni per cercare di proporre una soluzione a questo problema. Abbiamo cercato di far comprendere come il limite di spesa previsto, lungi dal risolvere i problemi economici del paese, aveva bloccato la possibilità di rendere attivi anche i servizi scolastici essenziali nonostante le spese ingenti già sostenute. Per questo si è studiato e proposto un emendamento alla Legge di Stabilità che permettesse di non coinvolgere nel risparmio l’arredo per la scuola e l’infanzia che, un po’ come il pane a tavola, è povero ma essenziale.

LA RESA DEI CONTI: L’APPROVAZIONE DELL’EMENDAMENTO

Il 23 luglio l’emendamento è stato presentato al Senato che, introducendo un mini paragrafo aggiuntivo al comma 141, permettesse di escludere l’arredamento scolastico dalla norma 228 del 24/12/2012. Il testo, se approvato, sarebbe tornato alla Camera per la seconda lettura. Tre giorni dopo, il 26 luglio, l’emendamento era stato introdotto dall’ufficio legislativo del Senato, ma ancora non era il momento di dare nulla per scontato. Lo scoglio, al quel punto, era la Ragioneria dello Stato, che per far passare l’emendamento, necessitava di trovare una copertura economica e finanziaria.

Abbiamo quindi dovuto in pochissimi giorni mettere insieme un documento con dati e numeri sulla spesa negli ultimi anni per arredi scolastici, il risparmio atteso sul settore valutando costi e benefici e l’incidenza sul bilancio
dello stato. Tutto questo per consentire l’apertura delle scuole e dei servizi, aggiungendo questa semplice frase alla norma: “[…] se non destinati all’uso scolastico e dei servizi all’infanzia”

Il 1 agosto dal Senato è arrivata la conferma dell’entrata dell’emendamento nel testo del decreto con un’ulteriore buona notizia: l’emendamento era inserito come governativo, quindi con l’accordo di tutte le componenti. Ciò
significava che, al momento di approvazione del Decreto del Fare, l’emendamento sarebbe rientrato di sicuro perché non sarebbe stato neppure discusso. Oggi, 9 agosto, finalmente il fatto è compiuto: prima della pausa estiva il Parlamento ha approvato il Decreto del Fare che corregge la legge contestata aggiungendo la frase da noi proposta che esclude la scuola e i servizi all’infanzia dal taglio alla spesa per gli arredi.

RINGRAZIAMENTI E PROSSIMI OBIETTIVI

Ringraziamo tutte le persone e le istituzioni che si sono attivate con noi per poter raggiungere questo obiettivo: il dott. Sasselli di Confindustria, gli Enti locali e l’Anci, i parlamentari che hanno perorato la causa, e, in particolare la Senatrice Francesca Puglisi, che ha assunto con grande scrupolo l’impegno di approfondire e dare credito autorevole alla finalità dell’argomento a favore dell’infanzia e dell’educazione. Infine gli Assessori all’Istruzione, i Dirigenti Scolastici, i pedagogisti di molte città italiane, alcune Università (tra le quali Bologna).

Ora rimane il tema del taglio (operato negli anni scorsi) dell’87% dei fondi per l’acquisto dei materiali educativi per il quale contiamo di organizzare un incontro con il Miur a settembre. Grazie all’emendamento, infatti, le scuole potranno essere riaperte, ma è necessario che i bambini possano usufruire degli strumenti educativi che permettano alla nostra didattica tornare a raggiungere l’eccellenza che merita in Europa.

Per informazioni e approfondimenti è possibile contattare l’associazione all’indirizzo [email protected]

Marco Guerra – Presidente Assodidattica
Marco Canazza – Consigliere Assodidattica

WhatsApp
Telegram

Abilitazione all’insegnamento 30 CFU. Corsi Abilitanti online attivi! Università Dante Alighieri