DSA: quanto dipende dalla didattica e dai docenti?

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Una recente polemica sorta tra la professoressa Margherita Pellegrino e l’associazione “D.S.A. – Dislessia, un limite da superare” porta di nuovo alla ribalta il problema del DSA e del numero di casi diagnosticati. Sono troppi? E quanto dipendono da didattica e docenti?

Una recente polemica sorta tra la professoressa Margherita Pellegrino e l’associazione “D.S.A. – Dislessia, un limite da superare” porta di nuovo alla ribalta il problema del DSA e del numero di casi diagnosticati. Sono troppi? E quanto dipendono da didattica e docenti?

La teoria della professoressa Pellegrino
Secondo la professoressa Pellegrino i disturbi specifici dell’apprendimento sono da ricercare nella didattica e nell’incapacità di insegnare di alcuni docenti. In una lettera che la professoressa ha inviato al direttore di Liguria Notizie.it, è esplicitamente dichiarato “Basta che un’insegnante non sappia insegnare per creare un alunno DSA.”.




La lettera di Margherita Pellegrino, incentrata soprattutto sulle responsabilità della dislessia in base all’alto numero di casi diagnosticati, punta il dito contro il Metodo Globale che ritiene colpevole di una parte dei tanti “errori e difficoltà degli alunni”. La professoressa, inoltre, afferma che quando un alunno viene indirizzato verso una diagnosi di DSA vede negarsi una vera istruzione.

Lo stesso MIUR sostiene che “Oltre 90 mila alunni con DSA tra gli anni scolastici 2010/2011 e 2011/2012, 24.811 certificazioni in più (+37 per cento). L’incremento più significativo alle superiori, il numero più alto di studenti alle medie. “ e la professoressa Pellegrino riprende tale dato in apertura della sua lettera affermando di essere sbigottita dai numeri riportati e che da quando la legge 170/2010 sui disturbi specifici dell’apprendimento è stata approvata i DSA diagnosticati, sono aumentati a dismisura portando al conseguenziale aumento di corsi di aggiornamento per docenti al riguardo.

La replica
Alle affermazioni della professoressa Pellegrino risponde Titti Gaeta, Presidente dell’Associazione “D.S.A. – Dislessia, un limite da superare” di Napoli.

La risposta inizia con un poco lusinghiero “Chiunque si occupi di dislessia, avrà avuto modo di leggere quanto le lettere che di anno in anno la Professoressa Pellegrino dissemina su varie testate giornalistiche. La Professoressa ha già ottenuto nel corso degli anni diverse spiegazioni ai suoi dubbi da tecnici, insegnanti e genitori preparati in DSA per conoscenza diretta o acquisita, che hanno tentato di contrastare le sue teorie.”. L’associazione ritiene doveroso puntualizzare su alcune affermazioni della Pellegrino per cercare di diffondere quella che ritiene essere una corretta informazione al riguardo.

Ponendo l’accento sul fatto che i dati utilizzati dalla professoressa di Segrate sono veri e documentati, l’associazione afferma che essi sono estrapolati dal contesto originario perdendo la loro efficacia al punto che si può arrivare anche a dubitare della reale esistenza dei disturbi specifici dell’apprendimento. Nella replica Titti Gaeta afferma che la professoressa è confusa anche su cosa sia realmente un DSA quando afferma “Nel Manuale Statistico e Diagnostico, il testo utilizzato per le diagnosi delle malattie mentali, dove tra l’altro sono riportati anche i DSA, tutte le malattie sono indicate come disturbi, quindi di che cosa stiamo parlando?” spiegando che il tale manuale, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento “sono trattati all’interno del paragrafo “Disturbi dello Sviluppo Neurologico”, dove tra l’altro, giusto per citarne un paio, compaiono i più noti: “Disabilità Intellettiva” e “Disturbi della Comunicazione” che, come è noto, non sono affatto malattie mentali.”. L’associazione, inoltre, fa notare quanto rientri nella normalità il fatto che dopo l’entrata in vigore della legge 170/2010, e dopo quindi la presa di coscienza del problema, il numero dei casi diagnosticati sia aumentato.

Titti Gaeta prosegue scrivendo “La nostra Associazione ritiene che il comportamento dell’insegnante violi l’Art. 92 (Obblighi del Dipendente) del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) [3] relativo al personale del Comparto Scuola. La prof. Pellegrino sta, inoltre, diffondendo informazioni non corrette ‘In che cosa sta investendo la scuola? In 90 mila alunni certificati DSA esclusi dalle prove INVALSI, perché la loro partecipazione avrebbe abbassato la media nazionale dei risultati delle prove?’ I bambini con DSA hanno il dovere di affrontare le prove Invalsi, ma hanno il diritto sancito dalla Legge 170/2010 di farlo avvalendosi degli strumenti compensativi e dispensativi. Esprimere un’opinione personale è un diritto di tutti, ma un’opinione contraria a prove scientifiche che si limita ad ignorare per poterle confutare e, contraria ad una legge anelata per anni, una legge che sancisce il diritto all’istruzione agli studenti con D.S.A., per tanto tempo ignorati e penalizzati , non può passare inosservata. Riteniamo, pertanto, nostro dovere dissociarci e contrastare l’intenzione di far passare per corrette informazioni errate e lacunose, frutto di una presa di posizione senza alcun fondamento.”.

 

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