Dirigenti scolastici, arriva la direttiva Miur per valutarli: tanto rumore per nulla, il gap di premialità tra un livello e l’altro è di pochi euro!

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Comunicato ANIEF – È stata appena emanata la direttiva ministeriale n. 25 che introduce la nuova valutazione dei dirigenti scolastici, ma, almeno per quanto riguarda la retribuzione di risultato, è proprio il caso di dire che è stato fatto tanto rumore per nulla. I buoni propositi del Ministro dell’Istruzione, secondo cui “da oggi abbiamo uno strumento in più per il miglioramento del sistema”, infatti, si riducono ai minimi termini quando si va a svolgere un’analisi tecnica del documento

Comunicato ANIEF – È stata appena emanata la direttiva ministeriale n. 25 che introduce la nuova valutazione dei dirigenti scolastici, ma, almeno per quanto riguarda la retribuzione di risultato, è proprio il caso di dire che è stato fatto tanto rumore per nulla. I buoni propositi del Ministro dell’Istruzione, secondo cui “da oggi abbiamo uno strumento in più per il miglioramento del sistema”, infatti, si riducono ai minimi termini quando si va a svolgere un’analisi tecnica del documento

Certamente, la direttiva stabilisce tre livelli nella corresponsione della retribuzione di risultato, legati ad una valutazione più o meno positiva, in rapporto al raggiungimento degli obiettivi assegnato. Partendo dal basso, abbiamo, pieno raggiungimento (degli obiettivi), avanzato raggiungimento (degli obiettivi), buon raggiungimento (degli obiettivi). Tutti e tre i livelli, in quanto positivi, hanno diritto alla corresponsione della retribuzione di risultato, ma in modo differenziato: il livello più alto avrà tra il 16% e il 37% in più rispetto al più basso; il livello intermedio avrà il 5% in più rispetto al livello più basso.

Detto questo, però, c’è da ricordare che, già oggi, la retribuzione di risultato viene assegnata in modo differenziato, per fasce, legate alla complessità della scuola, al pari della posizione variabile. Con il nuovo sistema, invece, i livelli verranno assegnati in base ad una valutazione autonoma, con il risultato che il dirigente a capo di una scuola molto complessa, anche la più complicata della regione, potrebbe essere valutato per ricevere la retribuzione di risultato più bassa, in caso la sua valutazione si fermi al giudizio di un “buon raggiungimento” degli obiettivi assegnati. Ma se queste sono le percentuali di differenziazione, è chiaro che il gap tra livello minimo e massimo sarà ridotto ai minimi termini, soprattutto se si confronta con il modello valutativo in vigore, con il quale si arriva anche all’80% di differenza.

Ma, a parte le percentuali, di che cifre si sta parlando? Anief conferma che l’entità degli aumenti è davvero irrisoria. Per comprendere meglio la questione, l’ufficio studi del giovane sindacato ha messo a confronto l’ipotesi di ‘Contratto integrativo regionale’ della Sardegna appena firmata, considerando gli importi a regime (non tenendo conto delle risorse stanziate dalla “Buona Scuola” solo per quest’anno), con quelli che deriverebbero dall’applicazione della direttiva Miur n. 25. Si sono prospettate due ipotesi: una con il livello massimo superiore del 16% a quello minimo e l’altra con il livello massimo superiore del 37%. Ecco i risultati:

In generale, applicando la direttiva n. 25/2016 le differenze tra i livelli di premialità diminuiranno rispetto al ‘Contratto integrativo regionale’ attuale: solo qualora l’aliquota massima venisse applicata per il primo livello, la differenza andrebbe ad aumentare. A parte le percentuali, appare evidente che stiamo parlando di pochi euro di gap. Anche nell’ipotesi di massima divaricazione prevista dalla direttiva, le differenze annuali tra i livelli risultano pari a 582,93 euro nel caso della prima fascia, di 79,85 euro per la seconda fascia e a zero per la terza ed ultima fascia creata dal Miur. Tutti soldi rigorosamente al lordo: quelli che andranno ai dirigenti più meritevoli saranno infatti più che dimezzati.

“Se questi sono i riconoscimenti che il Ministero dell’Istruzione intende assegnare ai dirigenti scolastici più bravi nel gestire il personale e nel raggiungere gli obiettivi prefissati, sulla scorta delle responsabilità amplificate con l’approvazione della Legge 107/15, viene da chiedersi come si fa a parlare di valorizzazione dei dirigenti scolastici italiani. Al Miur sanno che in altri comparti i dirigenti vengono premiati a fine anno con decine di migliaia di euro? A Viale Trastevere ricordano che, premi a parte, quest’anno i nostri presidi si sono visti sottrare in media 4.300 euro? Hanno ben presente che percepiscono lo stipendio di gran lunga più basso tra i dirigenti pubblici? Tentare di coprire questi dati inequivocabili con degli aumenti microscopici, da guadagnare attraverso la severa valutazione di ispettori ed esperti, ci sembra un’operazione a dir poco demagogica. Se si continua di questo passo – conclude Pacifico – la via del tribunale si conferma sempre più come l’unica percorribile”.

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