Diplomati magistrale, Consiglio di Stato mette in discussione orientamento favorevole per inserimento in Graduatoria

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Commento degli avvocati dell’Anief – Sergio Galleano, Walter Miceli e Tiziana Sponga – a margine della remissione all’Adunanza Plenaria della questione dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento per i possessori di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002.

Commento degli avvocati dell’Anief – Sergio Galleano, Walter Miceli e Tiziana Sponga – a margine della remissione all’Adunanza Plenaria della questione dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento per i possessori di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002.

La VI sezione del Consiglio Di Stato, con ordinanza del 28 dicembre 2015, ha rimesso all’Adunanza Plenaria la questione della legittimità o meno delle disposizioni ministeriali attraverso cui – in sede di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento – non è stato consentito l’inserimento dei docenti in possesso di diploma magistrale.

Questa decisione, che comporta una sostanziale rimeditazione dell’orientamento finora espresso dal Consiglio di Stato in favore dei diplomati magistrale ante 2001, appare a dir poco sorprendente.

Occorre infatti ricordare che l’Adunanza Plenaria, secondo il codice di procedura, può essere interpellata quando si tratta di decidere in modo univoco ricorsi che possano dar luogo a contrasti giurisprudenziali, cioè a divergenze interpretative.

Ma, in materia di inserimento nelle GAE dei diplomati magistrale ante 2001, di contrasti giurisprudenziali in seno al Consiglio di Stato non se ne era vista neppure l’ombra. La sesta sezione del Consiglio, nel corso del 2015, infatti, ha reso ben 7 sentenze, ormai definitive e intangibili, 15 ordinanze cautelari e 4 ordinanze di ottemperanza. Provvedimenti con i quali migliaia di insegnanti in possesso del diploma magistrale sono stati inseriti nelle graduatorie, e ciò senza alcun tentennamento o dubbio interpretativo.

Ora l’ordinanza del 28 dicembre muta lo scenario facendo presagire la possibilità di un cambio di orientamento giustificato testualmente dalla presenza di “cause seriali, che nella situazione in esame stanno comportando forti ripercussioni sulle finalità perseguite dal legislatore attraverso la chiusura delle graduatorie di insegnati precari, in vista di progressive, future assunzioni tramite selezione concorsuale per esami”(così pag. 3 dell’ordinanza).

Ed è appunto questa l’unica spiegazione plausibile della remissione all’Adunanza Plenaria di un contenzioso che non aveva dato vita ad alcun contrasto giurisprudenziale: non offuscare il bel disegno (racconto) renziano della fine del precariato scolastico attraverso lo svuotamento delle graduatorie e la regolare indizione di concorsi a cattedre.

Un disegno di certo plausibile, solo che, per rendere omaggio alla bella favola governativa, in questo caso si ignorano i diritti quesiti dai docenti che in quelle graduatorie (da svuotare) dovevano essere inclusi sin dal 2007 – ossia sin dalla loro conformazione ad esaurimento, con salvezza però dell’inserimento dei docenti già abilitati, come appunto i diplomati magistrale ante 2001.

L’ordinanza di rimessione alla Plenaria, infatti, prosegue, in disaccordo con le numerose precedenti decisioni, argomentando che il riconosciuto valore abilitante al diploma magistrale non giustificherebbe la richiesta di un inserimento tardivo in occasione degli aggiornamenti delle graduatorie, in ragione di un presunto ritardo degli interessati a far valere il loro titolo, con ciò dimenticando che il contenzioso relativo al valore abilitante del titolo si è concluso solo con il parere del 2013 dello stesso Consiglio di Stato; solo dopo tale parere, quindi, i diplomati magistrale hanno maturato la piena consapevolezza del proprio diritto all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.

Infine, nel provvedimento, si lamenta che le domande dei diplomati magistrale prescinderebbero dalla verifica di una pregressa esperienza professionale, laddove, invece, la quasi totalità dei diplomati magistrale, salvo casi marginali, è portatrice di lunghi periodi di precariato.

Insomma, l'ordinanza ignora, e quindi banalizza, il percorso logico seguito dalle numerose pregresse decisioni del Consiglio di Stato favorevoli ai diplomati magistrale: scompare, infatti, la differenza tra gli inserimenti nelle GAE di docenti abilitati dopo il 2007 (vietati dal legislatore, anche se con molte deroghe) e gli inserimenti dei docenti abilitati prima del 2007 (previsti dal legislatore, ma arbitrariamente negati dal MIUR).

In tal modo il Consiglio di Stato rischia di fare una brutta figura, smentendo se stesso e un anno di decisioni ben ponderate, cedendo – sulla scorta di motivazioni confuse e discutibili – alle pressioni del Governo che non tollera di vedersi dare torto.

Ma noi speriamo e crediamo ancora che l’Adunanza Plenaria possa e debba, invece, ribadire l’autonomia del giudice amministrativo, confermando il precedente orientamento del Consiglio di Stato favorevole ai diplomati magistrale.

Se così non fosse, del resto, qualcuno potrebbe (ingiustamente) collegare il mutamento di giurisprudenza con la notizia della nomina del nuovo presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, in modo del tutto anomalo rispetto alla prassi, che prima prevedeva la designazione sì da parte del Governo, ma nella persona del prescelto dal Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa (il CSM dei giudici amministrativi).

Renzi ha invece deciso autonomamente, limitandosi a chiedere al Consiglio un rosa di nomi tra i quali ha fatto lui stesso la sua scelta. Una decisione anomala che ha dato adito a un ironico commento del prof. Giovanni Virga, direttore della prestigiosa rivista giuridica Lexitalia, il quale ha ricordato che l’ultima nomina diretta del governo al vertice del Consiglio di Stato risale al governo fascista.

Questo non significa, ovviamente, che possa da oggi essere messa in dubbio l’autonomia del Consiglio di Stato ma – come è stato ben detto – il Giudice non deve solo essere, ma anche apparire imparziale.

Anief, dunque, con i suoi legali, ha deciso di intervenire in Adunanza Plenaria a sostegno delle domande dei diplomati magistrale, anche per far valere il fondamentale principio dell’indipendenza della Magistratura rispetto al potere politico, e con la speranza che questa annosa vicenda giudiziaria – per trovare una soluzione definitiva – non debba essere ancora una volta portata all’attenzione dei giudici eurocomunitari.

Gli avvocati tengono a precisare che la decisione dell'Adunanza plenaria non avrà alcun effetto sulle sentenze definitive già espresse.

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