Diploma a 18 anni, in Europa solo la metà dei paesi. I dubbi dell’USB sulla sperimentazione

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red – Siamo nel solco del dibattito sulla sperimentazione quadriennio superiori al fine di conformarci agli standard europei. Sicuri che nei paesi europei, gli studenti conseguano il diploma a 18 anni? Non in tutti, solo nella metà.

red – Siamo nel solco del dibattito sulla sperimentazione quadriennio superiori al fine di conformarci agli standard europei. Sicuri che nei paesi europei, gli studenti conseguano il diploma a 18 anni? Non in tutti, solo nella metà.

I dubbi 

I dubbi dell’USB, che ha pubblicato un comunicato sull’argomento, vanno ben oltre.

Le prime domande che si pone, sono di natura tecnica e didattica:

  1. è stato consultato in merito il Consiglio nazionale della pubblica istruzione organo di garanzia dell’unitarietà del sistema nazionale dell’istruzione che ha, tra l’altro, competenze precise rispetto agli ordinamenti scolastici, ai
    programmi scolastici e all’organizzazione generale dell’istruzione scolastica?
  2.  si tratta di un taglio netto di un anno di scuola o piuttosto verranno rivisti i programmi ministeriali?
  3. la sperimentazione sembra volta ad avviare una “nuova metodologia fondata sulla didattica per competenze, laboratoriale e integrata”, a detta del Dirigente del Liceo Carli. Ma è davvero possibile accorciare il percorso di studi di un anno facendo raggiungere ai nostri allievi quelle abilità e quelle conoscenze che sono prerequisiti, per esempio, per l’accesso all’università?
  4. ed è possibile raggiungere i medesimi obiettivi attraverso un percorso diverso dal punto di vista metodologico?

E sulla didattica per competenze l’USB pone una pesante critica, dietro la quale in realtà si celerebbe "il tentativo di trasformare la funzione sociale della scuola da istituzione formatrice, che mette al centro lo sviluppo della persona (la formazione di soggetti liberi e autonomi), a istituzione che informa e allena al lavoro, mettendo al centro dei propri interventi non il soggetto bensì l’oggetto che il soggetto andrà poi a produrre." La controindicazione che l’USB depreca è la trasformazione della "conoscenza in merce", flessibile e modificabile in funzione delle esigenze del mercato

Lo standard europeo

Passiamo agli standard europei, argomentazione con la quale viene spinta una riforma del percorso scolastico.

Davvero in Europa i paesi permettono il diploma a 18 anni? La metà non tutti.

Terminano, infatti, a 19 anni i sistemi di istruzione di Bulgaria, Danimarca, Estonia, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia dove il percorso scolastico, però, si realizza su 12 anni perché l’obbligo inizia a 7 anni. In Scozia sono gli istituti professionali e in Germania il liceo e alcune scuole professionali a durare fino a 19 anni.

La domanda che si pone il sindacato è, dunque: "Si afferma che l”Italia dovrebbe uniformarsi all’Europa, ma vi è uniformità con gli altri paesi europei anche per quanto riguarda la crescita economica, lo stato sociale, la dispersione e il rischio di abbandono scolastico, le opportunità di lavoro e il sostegno al reddito?"

I tagli

Non poteva mancare l’analisi degli eventuali tagli derivanti da una riduzione degli anni di studio degli studenti.

Eliminare un anno dal percorso di studi equivale, infatti, a un risparmio pari a 1.380.000 milioni di euro, che il Ministro Profumo sosteneva all’epoca utili per potenziare la didattica, ma di cui, fanno notare dal sindacato, oggi già non si parla più.

"Questo è l’ennesimo tentativo di tagliare la scuola statale? No, peggio! Questo è il viatico attraverso il quale, con tutta probabilità, passerà l’organico funzionale a reti di scuole, strumento che già in passato ha visto parere positivo di alcuni sindacati complici."

E ci pare che con questa affermazione si sancisca la netta presa di posizione da parte dell’Unione Sindacale di Base

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