Teoria gender. La diocesi di Padova precisa: “La Riforma non introduce la teoria gender nelle scuole”

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La diocesi di Padova ha pubblicato un comunicato in cui spiega la sua posizione nei confronti della teoria gender. Il documento ci è stato segnalato dalla dott.ssa Laura Biancato, Dirigente Scolastico dell' I.C. Mussolente (VI).

La diocesi di Padova ha pubblicato un comunicato in cui spiega la sua posizione nei confronti della teoria gender. Il documento ci è stato segnalato dalla dott.ssa Laura Biancato, Dirigente Scolastico dell' I.C. Mussolente (VI).

In primo luogo  chiede esplicitamente di informarsi su tale teoria, in quanto è piuttosto complessa ed occorre conoscerla a fondo prima di esprimere una qualunque opinione in merito.
Per questo la diocesi consiglia la lettura di vari testi, che sono citati nel documento; invita anche a partecipare a convegni e giornate dedicate dalla Curia all'argomento che si terranno tra settembre e ottobre prossimi. 

La Curia tiene poi a chiarire anche la posizione del ministero della Pubblica Istruzione, che sarebbe stata interpretata in maniera non corretta da quanti hanno affermato che la scuola italiana applicherà la teoria gender nell'insegnamento

La Curia fa riferimento alla legge 107, precisamente al comma 16 dell’art. 1 della legge 107/2015 sulla “buona scuola” che recita: “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito con modificazioni dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto legge n. 93 del 2013”.

La norma di riferimento è tratta dal decreto legge 14 agosto 2013, n. 93 (in G.U. n. 191 del 16 agosto 2013), coordinato con la legge di conversione 15 ottobre 2013, n. 119 (G.U. n. 242 del 15 ottobre 2013), recante: "Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province" i cui articoli sono così rubricati: art. 1 Norme in materia di maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori; art. 2 Modifiche al codice di procedura penale e disposizioni concernenti i procedimenti penali per i delitti contro la persona; art. 3 Misura di prevenzione per condotte di violenza domestica; art. 4 Tutela per gli stranieri vittime di violenza domestica; art. 5 Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Azioni per i centri antiviolenza e le case-rifugio.

La Curia pertanto specifica che il MIUR ha inteso diffondere ed insegnare la cultura della non violenza e del contrasto alla violenza di genere e all'omofobia; a tal proposito la Curia si riferisce anche alla risposta che il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha dato durante il question time del 29 luglio alla Camera, ad una interrogazione su presunte iniziative di divulgazione di ideologie gender in ambito scolastico,

Il ministro ha ribadito chiaramente in quell'occasione che "la “teoria del gender” non coincide con la cultura inclusiva e solidale che viene espressa nelle linee del governo, ispirate ai trattati internazionali e al modello educativo che nella cornice europea è sostenuto in tutti gli Stati membri. Il Miur promuove invece attivamente tutte le iniziative relative alla prevenzione del contrasto di ogni tipo di violenza e discriminazione, anche con riferimento specifico al tema della discriminazione sessuale, dell’omofobia, in ottemperanza ai trattati internazionali e alle convenzioni, in particolare a quella di Istanbul che è stata ratificata due anni fa dal Parlamento della Repubblica". 

Inoltre aggiunge che il ministro Giannini ha  ricordato che il giorno 6 luglio il Miur ha diffuso una circolare (n.
4321) che richiama il "corretto utilizzo degli strumenti normativi già esistenti per assicurare la massima informazione alle famiglie su tutte le attività previste dal piano dell’offerta formativa, inclusi i principi richiamati nel comma 16, richiedendo un costante e sempre più marcato coinvolgimento delle famiglie nell’ottica della corresponsabilità educativa". 

In ultima analisi la Curia specifica che il referendum abrogativo della legge che introdurrebbe “l’insegnamento della teoria del gender nel sistema scolastico”, in realtà chiede l'abrogazione dell'intera riforma, così come pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 165, con l’attribuzione del numero 15A0565, referendum che attiene all’abrogazione in toto della legge 107 del 13 luglio 2015, c.d. sulla “buona scuola” che, come spiegato precedentemente,  non ha alcuna connessione con la “teoria gender”. 

La Curia di Padova chiude il documento chiedendo di rivolgersi agli esperti dell'Ordine Diocesano prima di proporre qualunque iniziativa di dibattito e incontri sull'argomento all'interno del territorio della diocesi, onde, scrive, evitare inutili allarmismi.

link al documento

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