Dietro il Merito di Renzi si nasconde un taglio agli stipendi. Il 90% dice di no

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Finalmente anche la stampa non specializzata e nazionale si accorge dell'inganno che si cela dietro il sistema di scatti stipendiali basati sul merito proposto dal Governo Renzi.

Finalmente anche la stampa non specializzata e nazionale si accorge dell'inganno che si cela dietro il sistema di scatti stipendiali basati sul merito proposto dal Governo Renzi.

E' "Il Fatto Quotidiano" che dedica un intero articolo al problema della progressione di carriera proposta dal Governo Renzi ai docenti che promette lauti guadagni ai "meritevoli", ma che in realtà si traduce in un taglio.

Il quotidiano fa i calcoli come li abbiamo fatti noi già tempo fa, ed arriva alla  nostra stessa conclusione: un bravo docente, che magari riesce ad ottenere dieci scatti su dodici, guadagnerebbe meno che adesso. Se questo è merito …

I docenti, però, sanno ben fare i conti e hanno ben compreso cosa si sta prospettando. Piano, tra l'altro bocciato durante la consultazione sulla riforma. Una delle richieste è stata di mantenere gli scatti stipendiali per anzianità, affiancando un sistema meritocratico. Le modifiche, almeno secondo il quotidiano "La Repubblica", consisterebbero in un sistema che prevede il 20% di scatti per anzianità e l'80% per merito, seguendo sempre la percentuale del tetto massimo del 66% dei fortunati.

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Insomma, si rimescolano le carte ma non si vuol capire che non si può proporre ai docenti una modifica delle retribuzioni stipendiali senza stanziare nuove risorse. Merito secondo Renzi: tagli agli stipendi da 26 a 45 euro mese, 72 per i nuovi docenti.

A darne conferma è la nuova bocciatura del piano rivisto che giunge da un nostro sondaggio: il 90% dei partecipanti al sondaggio (956 su 1062) ha detto di no.

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