Decreto istruzione. Aggiornamento coatto per chi fallisce Invalsi. Problemi contrattuali e di principio. Gilda: “non inserire nei Pof le prove Invalsi”

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red – Uno dei punti critici del neo Decreto, criticato dai sindacati e accolto con diffidenza e punte di ostilità dai commenti dei nostri utenti, è quello che riguarda la formazione obbligatoria per docenti i cui alunni hanno conseguito risultati non sufficienti nel test Invalsi. Interviene la Gilda: "E’ sbagliato e ingiusto gettare la croce solo sulle spalle dei docenti"

red – Uno dei punti critici del neo Decreto, criticato dai sindacati e accolto con diffidenza e punte di ostilità dai commenti dei nostri utenti, è quello che riguarda la formazione obbligatoria per docenti i cui alunni hanno conseguito risultati non sufficienti nel test Invalsi. Interviene la Gilda: "E’ sbagliato e ingiusto gettare la croce solo sulle spalle dei docenti"

Per la FLCGIL si tratta di una "invasione delle prerogative contrattuali, come nel caso della formazione obbligatoria del personale nelle regioni in cui gli esiti delle prove Invalsi risultano inferiori alla media nazionale."

Stessa lunghezza d’onda per la FGU-Gilda, secondo cui la formazione rimane oggetto di contrattazione integrativa nazionale e regionale

E Di Menna della UIL ricorda "al Governo che decidere in materia di lavoro per decreto, e non per contratto , non porta lontano."

Stessa invocazione anche per Nigi, dello SNALS, che considera "non accettabile lo scavalcamento della legge nei confronti del contratto"

Ci sarà scontro con l’amministrazione che punterà i piedi, provando a derogare, ma soprattutto ci aspettiamo una valanga di emendamenti in parlamento che chiederanno la modifica della norma.

Norma ritenuta ingiusta non soltanto dai sindacati per questoni legate al contratto, ma anche dai docenti, almeno a leggere i numerosi commenti dei nostri utenti sulla questione.

Cosa non va!

Intanto, basteranno i fondi?

Per l’anno 2014 il Decreto autorizza la spesa di euro 10 milioni, oltre alle risorse previste nell’ambito di finanziamenti di programmi europei e internazionali.

Nel Decreto non si fa menzione della consistenza delle risorse provenienti dai finanziamenti europei ed internazionali, difficile, dunque, pronunciarsi sulla loro sufficienza, ma i soldi disponibili non sono circoscrivibili soltanto, come riferiscono alcune fonti poco bene informate, ai 10milioni, che tra l’altro sono stanziati solo per il 2014 e non da dividere in più anni, come si vuol far credere.

Chiarito il passaggio fondi, l’altra questione riguarda il principio che anima tale norma.

Destinatari saranno quegli insegnanti le cui classi non raggiungono sufficienti risultati nelle prove Invalsi.

Insomma, la colpa dell’insuccesso scolastico, questo è il messaggio che passerebbe o che si vuol far passare, è degli insegnanti; alunni e famiglie totalmente deresponsabilizzate.

Formazione che si configura quasi come una sorta di azione punitiva per i docenti cui vengono, magari, affibiate classi ghetto o che lavorano in ambiti sociali poco favorevoli.

Ed è  lo stesso Invalsi che ricorda la causa dei divari nelle prove Invalsi, per il 50%, dipendere da fattori economico-sociali, quindi del tutto indipendenti dal lavoro degli insegnanti.

Ricorda Di Menna che un tale principio significherebbe "non tenere in nessuna considerazione il lavoro della scuola e degli insegnanti che va letto dai livelli di ingresso a quelli di uscita. Chi lavora nelle scuole queste cose le sa benissimo, chi scrive i decreti pare di no."

Formazione coatta. Interviene la Gilda: "non inserire nei Pof le prove Invalsi"

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