Dati su evasione scolastica e perdita di fiducia nella scuola

Di Lalla
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Unione degli studenti – Due giorni fa lo studio Censis dichiarava che un giovane su due ha perso la fiducia nella scuola, oggi il rapporto di Save the Children dichiara che in Italia 800 000 giovani tra i 18 e i 26 hanno abbandonato la scuola senza concluderla. Queste la preoccupanti cifre dell’evasione scolastica italiana. Un peso sconvolgente che ci porta alla coda dell’Europa e che rappresenta un problema economico ma soprattutto sociale enorme l’Italia.

Unione degli studenti – Due giorni fa lo studio Censis dichiarava che un giovane su due ha perso la fiducia nella scuola, oggi il rapporto di Save the Children dichiara che in Italia 800 000 giovani tra i 18 e i 26 hanno abbandonato la scuola senza concluderla. Queste la preoccupanti cifre dell’evasione scolastica italiana. Un peso sconvolgente che ci porta alla coda dell’Europa e che rappresenta un problema economico ma soprattutto sociale enorme l’Italia.

Evasione scolastica – vorremmo ricordare al ministro Gelmini – significa disoccupazione, significa criminalità, significa disagio sociale per milioni di persone. é questo il dato politico che il Ministero dovrebbe assumere, che i tagli e la scelleratezza delle politiche che stanno portando avanti ledono solo alla possibilità di migliorare le condizioni di chi vive nel paese.

Se il ministro Gelmini pensa che problemi del genere si risolvano con la scuola del "rigore" come quella del libro Cuore si sbaglia di grosso. Abbattere gli investimenti, la partecipazione e il protagonismo studentesco significa allontanare ancora di più i soggetti a rischio. Rivendichiamo ancora una volta la scuola dell’inclusione i cui torni al centro un’idea in cui la scuola deve essere in grado di accogliere gli studenti e portare tutti alla valorizzazione delle proprie capacità senza lasciare nessuno indietro.

Per questo ci vogliono soldi, impegno e competenza, se la prima necessità è sottoposta alle scelte di Tremonti sul quale la Gelmini non è in grado di imporre nulla – questione che dimostra la debolezza della sua figura – delle altre due ne è proprio sfornita. Chiediamo di conseguenza che le nostre proposte vengano messe in discussione ed accolte, assieme a quelle delle associazioni dei docenti e dei sindacati.

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