Contratto mobilità, per i docenti di sostegno rimane l’obbligo di permanenza di cinque anni: Anief non ci sta

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ANIEF – L’atteggiamento di trascuratezza verso i docenti di sostegno si conferma in ogni occasione. Anche con il contratto sulla mobilità, sottoscritto in queste ore al Miur da quattro sigle sindacali rappresentative, agli insegnanti specializzati nella didattica rivolta agli allievi disabili viene riservato un trattamento diversificato e peggiorativo:

ANIEF – L’atteggiamento di trascuratezza verso i docenti di sostegno si conferma in ogni occasione. Anche con il contratto sulla mobilità, sottoscritto in queste ore al Miur da quattro sigle sindacali rappresentative, agli insegnanti specializzati nella didattica rivolta agli allievi disabili viene riservato un trattamento diversificato e peggiorativo: dopo i numeri risibili delle assunzioni arrivate con la riforma e quelle previste dal prossimo concorso a cattedra, malgrado l'emergenza supplenti sia più attuale che mai, l’accordo Miur-sindacati rappresentativi sottoscritto in queste ore sui trasferimenti del prossimo anno scolastico, alla luce delle novità previste dalla Legge 107/15, prevede che i docenti di sostegno che per l'a.s. 2016/17 vorranno richiedere mobilità, saranno come sempre sottoposti al vincolo quinquennale. Terminato il quale, i docenti interessati potranno presentare domanda.

“Nè la trattativa sindacale nè l'emendamento al Milleproroghe – commenta la rivista Orizzonte Scuola – sono andati a buon fine. L'emendamento infatti è stato respinto in quanto estraneo alla materia. La soluzione alternativa era quella di inserire nell'ipotesi del contratto sulla mobilità per il personale docente per l'a.s. 2016/17, una deroga, come altre introdotte per altre situazioni”.

Il sindacato Anief reputa questa decisione davvero deludente. Oltre che illegittima. Perché lo stesso comma 108 della Buona Scuola, prevede che “per l'anno scolastico 2016/2017 è avviato un piano straordinario di mobilità territoriale e professionale su tutti i posti vacanti dell'organico dell'autonomia, rivolto ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2014/2015”. Come, del resto, anche previsto per tutti coloro che sono stati immessi in ruolo e “assegnati su sede provvisoria per l'anno scolastico 2015/2016, partecipano per l'anno scolastico 2016/2017 alle operazioni di mobilità su tutti gli ambiti territoriali a livello nazionale, ai fini dell'attribuzione dell'incarico triennale”.

E poiché non viene riportato da alcuna parte che i docenti di sostegno debbano essere esclusi da questa norma, Anief si dice pronta sin d’ora a predisporre i ricorsi per permettere anche a questi insegnanti di partecipare alle operazioni di mobilità per l’anno scolastico 2016/17, per ottenere, se in posizione utile e in presenza di posti liberi, sia il trasferimento su cattedra curricolare sua il passaggio di ruolo. È un punto su cui il giovane sindacato non transige, a costo di arrivare al giudice del lavoro.

“Non è certo sottraendo i diritti dei docenti di sostegno o reinterpretando la legge – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che si tutela la continuità didattica agli alunni disabili. Questa, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, si riscontra solo in un modo: assicurando la stabilizzazione sugli oltre 33mila posti rimasti vacanti e che invece continuano ad essere assegnati in “deroga” anziché attraverso l’organico di diritto. Invece, il Governo continua a disattendere il contenuto dellla sentenza della Consulta n. 80/2010, che annullando i commi 413 e 414 dell’art. 2 della Legge 244/2007, ha chiesto al Parlamento di superare il vincolo del 70% dell’organico di diritto previsto dalla Legge 128/2013, approvata durante la gestione del Miur da parte del ministro Maria Chiara Carrozza”.

“I sindacati maggioritari – continua Pacifico – non dovevano sottostare a questa richiesta dell’amministrazione. E non basta di certo, se non a lavarsi la coscienza, chiedendo di inserire delle dichiarazioni a latere del contratto di mobilità dove si ricorda che i docenti di sostegno sono come gli altri. Il Miur lo sa bene: si tratta di insegnanti che non meritano questo trattamento, semplicemente perché hanno i medesimi diritti. Fare sindacato, significa tutelare i diritti di tutti i lavoratori, nessuno escluso. Mentre il leitmotive che ha caratterizzato questo contratto sulla mobilità è stato quello di diversificare il trattamento del personale in base a requisiti a dir poco opinabili”.

Anief, non appena l’Ordinanza sulla mobilità 2016/2017 del personale sarà pubblicata, fornirà precise indicazioni su come presentare la domanda di mobilità e a chi rivolgersi laddove venisse respinta.

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