Concorso scuola. Senso di frustrazione, la preparazione non è più sufficiente. Lettera

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Ho 47 anni. Sono insegnante di italiano per stranieri, ora discenti alloglotti – nuova classe A23- da più di 20 anni perchè ho cominciato ad insegnare italiano agli stranieri prima della laurea in Lingue e Letterature Straniere moderne e, mentre studiavo, ho sempre lavorato.

Ho 47 anni. Sono insegnante di italiano per stranieri, ora discenti alloglotti – nuova classe A23- da più di 20 anni perchè ho cominciato ad insegnare italiano agli stranieri prima della laurea in Lingue e Letterature Straniere moderne e, mentre studiavo, ho sempre lavorato.

Ho insegnato inglese nella scuola primaria quando non era ancora lingua obbligatoria; a 20 anni ho vinto una delle prima borse di studio Erasmus  alla Sorbonne a Parigi; a 26 ho vinto il concorso del Ministero della Pubblica Istruzione e degli Affari Esteri per fare la lettrice di italiano in due licei e all'università di Orléans e, tornata in Italia, ho continuato a lavorare come docente di italiano per stranieri presso scuole statali primarie e secondarie, statali e private, ex ctp, comuni, associazioni, cooperative.

Ho seguito questo percorso con professionalità, entusiasmo, motivazione e, soprattutto, formazione continua, sperimentando, applicando, e adattando sul campo tutte le metodologie, le tecniche didattiche, le nuove tecnologie, gli stili cognitivi, le attività più svariate mirate e programmate ad hoc per le classi che mi si presentano davanti.

Ho lavorato, e tuttora lavoro, con tutte le tipologie immaginabili di studenti stranieri: bambini, adolescenti, minori non accompagnati, richiedenti asilo politico, lavoratori, infermiere, attori, dirigenti, laureati, ingegneri; classi di quaranta persone, di due, di venti, di dieci, di uno, miste, differenziate per età e per livello, sempre con la massima flessibilità e disponibilità, adattando programmazioni e modelli didattici oltre ogni limite. Ho svolto corsi in aule attrezzate, ambulatori, corridoi, aule di fortuna, sottoscale, stanze parrocchiali, case di lusso, portando sempre con me tutto il materiale necessario.

Dunque dicevo, ho una laurea, un master in L2 di II livello che ora è diventato di I livello, ho seguito corsi di formazione, convegni, giornate di studio; ho il diploma dell'Università di Siena come somministratrice della certificazione Cils; sono formatrice in L2 con incarichi da parte di scuole e comuni. Ho collaborato con università e  fondazioni. Ho studiato il cinese e l'arabo per riuscire  almeno a dare il benvenuto  in queste lingue, ho letto libri di neuroscienze, neurolinguistica,  psicologia scolastica, psicopedagogia, etnogeografia, geopolitica, leggo quasi quotidianamente  articoli di didattica applicata all'insegnamento della l2 anche in inglese e francese; ho eaborato test e materiali in L2. 

Ma non ho passato lo scritto del concorso, non l'ho passato, ed oltre a sentirmi frustrata per questo, convivo con una sensazione di intorpidimento e allineamento ad un basso profilo, ad un basso livello, con l'idea che no, non ho la preparazione richiesta. Ero agitata si, non riuscivo a concentrarmi, a capire le domande, dovevo premere a fondo i tasti perchè non comparivano le lettere con una semplice pressione, ho perso dei minuti preziosi.  Mi chiedo cosa sia andato male nelle mie risposte, cosa non abbia funzionato. Perchè non basta la mia preparazione, il mio curriculum, dovevo superare questo scritto, devo superare un altro concorso per essere un'Insegnante "stabilizzata"

Anna Boselli

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