Concorso scuola docenti, “candidati impreparati? Contenuti fallaci, correzione senza criteri trasparenza, modalità svolgimento impossibili”

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Mida Precari – Da quasi due anni i docenti precari di seconda fascia ed il coordinamento Mida Precari si confrontano quotidianamente con un governo sordo e incapace di ascoltare le molte proposte formulate per giungere ad una soluzione equa e condivisa, volta a stabilizzare gli insegnanti abilitati di stato ancora oggi precari.

Mida Precari – Da quasi due anni i docenti precari di seconda fascia ed il coordinamento Mida Precari si confrontano quotidianamente con un governo sordo e incapace di ascoltare le molte proposte formulate per giungere ad una soluzione equa e condivisa, volta a stabilizzare gli insegnanti abilitati di stato ancora oggi precari.

Nonostante ciò la solerzia e l'ottusità del governo ha condotto la farraginosa macchina burocratica del MIUR a bandire un concorso che si è rivelato fallace per contenuti, modalità di svolgimento e palesi irregolarità che hanno condotto all'esclusione dal ruolo del 70% dei candidati.

Si rammenta, a titolo esemplificativo, che numerosi docenti universitari come parimenti i formatori, nel corso di questi mesi hanno espresso numerose perplessità circa le modalità concorsuali, come pure a proposito delle difficoltà di svolgere la prova dati i modi nella quale veniva proposta.

Inutile rimarcare le criticità legate all’emanazione del bando (pubblicato con tre mesi di ritardo), il contingentamento dei tempi per la preparazione e poi lo svolgimento della prova da parte dei candidati, l’impossibilità di formare delle commissioni di esperti che lavorassero per 50 centesimi l’ora rinunciando alle ferie e si sentissero moralmente preparate a giudicare altri colleghi che lavoravano già da decenni nella scuola.

Partita la macchina concorsuale tuttavia le proteste non si sono sopite, numerose denunce hanno accompagnato l’inizio delle prove scritte: i candidati hanno svolto la famosa prova “computer based” in assenza di griglie valutative (poi formulate a posteriori) e quindi impossibilitati a capire i criteri sui quali avrebbero dovuto calibrare le risposte ai quesiti; i docenti hanno dovuto rinunciare anche alla presenza non solo delle commissioni, ma anche delle sottocommissioni, le quali sono state composte solo alcuni mesi dopo lo svolgimento della prova.

Al momento delle correzioni sono venuti meno i criteri di trasparenza: ci sono stati scambi di codici negli abbinamenti tra codice identificativo/candidato, per non parlare dello smarrimento del codice di un’intera classe di concorso, con buona pace dell’anonimato e della convocazione all’orale di candidati che non hanno sostenuto alcuna prova.

Se questi non sembrano motivi sufficienti per dubitare della scarsa regolarità della procedura concorsuale alla quale ci sentiamo di addebitare la responsabilità dei numerosi esiti negativi, potremmo ribadire che si stanno valutando professionisti già giudicati idonei all’insegnamento dallo stesso Miur appena due anni fa. Peggio di “Kramer contro Kramer” c’è solo il Miur che sconfessa se stesso e di riflesso l’operato delle Università e dei Chiarissimi professori universitari che hanno accompagnato la formazione di questi docenti promuovendoli per ben 18 esami.

Concludendo, il Mida non è assolutamente convinto che le affermazioni riportate nell’articolo apparso oggi sul Corriere della Sera del 23/08/16 a firma di Gian Antonio Stella circa la scarsa preparazione dei docenti siano la realtà dei fatti, quanto un pietoso tentativo, avallato dalla stampa di partito, di imputare ad altri il fallimento del tristemente noto “concorsotruffa”. Coordinamento Mida Precari
 

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