Concorso DS con pausa pranzo

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concesso dall’associazione ADI – Con un ineffabile decreto, il Direttore del personale Dott. Luciano Chiappetta annuncia che: "In riferimento alle suddette prove scritte si rappresenta che il tempo a disposizione dei candidati per l’espletamento delle stesse è fissato in 8 ore"

concesso dall’associazione ADI – Con un ineffabile decreto, il Direttore del personale Dott. Luciano Chiappetta annuncia che: "In riferimento alle suddette prove scritte si rappresenta che il tempo a disposizione dei candidati per l’espletamento delle stesse è fissato in 8 ore"

Dal che si deduce che se la prova vera e propria, espletate le procedure di rito, comincerà alle 10 del mattino si concluderà alle 18 di sera. Presumibilmente con pausa pranzo, pennichella, coffee break pomeridiano. E naturalmente 4 o 5 uscite ai servizi igienici, dove sarà agevole avere numerose consultazioni via cellulare sistemato nei reggiseni o negli slip, dove i meno tecnologici avranno collocato pacchetti di appunti, trasformando le prove scritte in improbabili sfilate di superdotate/i.

Avevamo con tutti mezzi, chiesto che le prove fossero brevi, strutturate, che privilegiassero la sintesi (parola innominabile al MIUR), la capacità di andare al cuore del problema e tali da rendere la correzione rapida, accurata, obiettiva e facilmente condivisibile dalla commissione.

Avevamo contemporaneamente chiesto che fossero esplicitati i criteri di valutazione, per cercare di rendere le correzioni obiettive, trasparenti e omogenee sul territorio nazionale. Abbiamo anche mostrato un insieme di possibili criteri. Ma nulla.

Illustreremo fra pochi giorni sul sito le modalità del prossimo concorso a presidi in Francia (2012). La Francia non è certo all’avanguardia come i Paesi anglosassoni nella costruzione di prove strutturate, eppure il confronto ci fa arrossire di vergogna.

L’unica possibilità residua, se la posizione del MIUR resterà irrevocabile, sarà di appellarci direttamente alle commissioni, perché prevalga almeno in quelle sedi il buon senso.

Siano loro a decidere la lunghezza delle due prove scritte (brevi) e i criteri di valutazione (chiari, obiettivi, trasparenti), ricercando un coordinamento fra le varie regioni.

Se le commissioni non faranno questo lavoro e non metteranno in essere rigorosi e severi sistemi di vigilanza, questa sortita delle 8 ore avrà conseguenze deleterie. Ne elenchiamo alcune:

a) di fronte a un tale lasso di tempo molte commissioni non proporranno un saggio breve e la soluzione di un caso (ma l’Amministrazione sa di cosa si tratta?), ma di fatto il solito tema, un tipo di prova del tutto retorica che nessun preside avrà mai occasione di sperimentare nel suo lavoro quotidiano, e che consentirà di valutare le capacità di un letterato o di un pedagogo, non certo quelle di un dirigente di scuole del XXI secolo;

b) la correzione di tali elaborati richiederà moltissimo tempo, ritardando le date di conclusione del concorso, con le conseguenze a tutti note;

c) la definizione dei criteri di valutazione da parte della commissione sarà faticosa e contrastata. È prevedibile che tali criteri risulteranno generici se non arbitrari e assolutamente inadatti ad apprezzare obiettivamente i risultati della prova. In questo modo alcune commissioni, come è già avvenuto, potranno promuovere e bocciare chi vogliono, lasciando spazio alle ingiustizie e peggio …;

d) sarà impossibile controllare l’autenticità degli elaborati perché, come avviene in questi casi, con tanto tempo a disposizione, i candidati si sentono autorizzati a copiare… e quelli che non copiano sono considerati dei fessi.

Infine un’ultima domanda ai responsabili di questo concorso:

Come si concilia una preselezione che ha concesso 100 minuti per risolvere 100 quesiti (1 minuto a quesito) con una prova che concede 8 ore (leggasi OTTO ore) per scrivere la soluzione di un caso?

E se 8 ore vi sembran poche …

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