Concorso docenti, i sindacati pessimisti. “Poche immissioni in ruolo a settembre 2013”

Di Lalla
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Lalla – I leader dei sindacati scuola intervengono dalle pagine del Sole24Ore per manifestare il dubbio che le previsioni del numero di vincitori del concorso a cattedra 2012 in pieno svolgimento siano destinate a rimanere tali. Si tratta di 11.542 posti in due anni scolastici, di cui circa 7.000 dal 1° settembre 2013. Ma il crollo dei pensionamenti mette a serio rischio la possibilità di rispettare i numeri.

Lalla – I leader dei sindacati scuola intervengono dalle pagine del Sole24Ore per manifestare il dubbio che le previsioni del numero di vincitori del concorso a cattedra 2012 in pieno svolgimento siano destinate a rimanere tali. Si tratta di 11.542 posti in due anni scolastici, di cui circa 7.000 dal 1° settembre 2013. Ma il crollo dei pensionamenti mette a serio rischio la possibilità di rispettare i numeri.

Più che i tempi di correzione (seppure lentamente il concorso prosegue tra la fine di aprile e gli inizi di maggio con lo svolgimento delle prove pratiche e/o di Laboratorio) a preoccupare i sindacati sono i numeri che il MEF potrà autorizzare per portare in cattedra i nuovi insegnanti dal 1° settembre 2013.

Il Ministro aveva ipotizzato una ripartizione che prevedeva 7.351 posti derivanti dal concorso per le assunzioni dal 1° settembre 2013 (50% del reclutamento), cui bisogna associare altrettante immissioni da graduatoria ad esaurimento. Ma se i pensionamenti sono stati circa 10.000 (leggi i dati per provincia), come si potrà pensare di assicurare circa 15.000 assunzioni?

Il Sole24Ore ci riferisce che Cisl e Uil precisano che il numero su cui era stato indetto il concorso era una previsione e che "si sapeva già" che alla fine i numeri sarebbero potuti essere diversi nella ripartizione, con uno slittamento a miglior situazione, si spera, nel 2014/15.

A questo punto, verrebbe da pensare, la lentezza e le difficoltà di alcune commissioni nella correzione degli scritti potrebbe non costituire un problema, ma siamo convinti che non siano della stessa idea i nostri lettori.

L’articolo del Sole24Ore

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