Concorso a cattedra e donne in gravidanza, si ipotizza disparità di trattamento. Una sentenza

Di Lalla
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Lalla – Ci eravamo già occupati della difficoltà per le donne in gravidanza a partecipare alla prova scritta o orale del concorso docenti qualora queste coincidano con il periodo terminale o il parto. Il bando infatti esclude il candidato che non si presenti nel giorno, luogo e ora indicata, e non prevede prove suppletive. Una sentenza del Tar Catanzaro ha ammesso, in altro concorso, una candidata esclusa per questo motivo.

Lalla – Ci eravamo già occupati della difficoltà per le donne in gravidanza a partecipare alla prova scritta o orale del concorso docenti qualora queste coincidano con il periodo terminale o il parto. Il bando infatti esclude il candidato che non si presenti nel giorno, luogo e ora indicata, e non prevede prove suppletive. Una sentenza del Tar Catanzaro ha ammesso, in altro concorso, una candidata esclusa per questo motivo.

Il bando afferma all’art.11 comma 3

"I candidati si devono presentare nelle rispettive sedi di esame in tempo utile, tenendo conto che le operazioni di appello e di identificazione hanno inizio alle ore 8.00. E’ escluso dal concorso il concorrente che non si presenta nel giorno, luogo e ora stabiliti".

L’orario ha poi subito una leggera modifica, perchè al turno delle 8.00 si è aggiunto quello delle 14.00, ma la sostanza non cambia.

Dunque, nessuna possibilità di prova suppletiva o differimento della stessa.

Dopo varie denunce, Nino Germanà, deputato all’ARS Sicilia, si è fatto carico della questione,  ritenendo illegittima tale decisione. L’esclusione, secondo il deputato, è in contrasto con la direttiva del Consiglio 9 febbraio 1976, 76/207/CEE, relativa all’applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne per quanto concerne l’accesso al lavoro.

Di tale tenore anche la sentenza del TAR Calabria N. 01134/2010 Reg. Sen. / N. 00322/2009 Reg. Ric. che si occupa di un concorso pubbico per titoli ed esami per la copertura di n. 2 posti di Dirigente Biologo. La ricorrente non ha potuto svolgere la prova orale del concorso proprio perchè a termine gravidanza nel giorno suddetto. Il ricorso è stato giudicato fondato perchè "gli art. 3 e 51 della Costituzione impongono che sia garantita all’uno e all’altro sesso un pari trattamento nell’accesso agli uffici pubblici.

L’Amministrazione deve assicurare il principio di uguaglianza ponendo in essere tutti i comportamenti necessari per garantire di fatto tale principio. E’ evidente che la situazione di gravidanza impone alla P.A. di adottare tutte quelle misure che tutelino la donna e la maternità e garantiscano la partecipazione al concorso in condizioni di effettiva parità con gli altri candidati.

L’art. 1 del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell’art. 6 della Legge 28 novembre 2005, n. 246) prevede che "la parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini deve essere assicurata in tutti i campi, compresi quelli dell’occupazione, del lavoro e della retribuzione".

L’art. 27 dello stesso decreto stabilisce che "è vietata qualsiasi discriminazione per quanto riguarda l’accesso al lavoro, in forma subordinata, autonoma, o in qualsiasi altra forma, compresi i criteri di selezione e le condizioni di assunzione, e qualunque sia il settore o il rame di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale".

Al momento non si conosce quale sia l’orientamento del Ministero dell’Istruzione, forse sarebbe il caso si cominciasse a riflettere anche su questo aspetto, totalmente ignorato dal bando. O bisognerà attendere i ricorsi?

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