Chiamata diretta docenti, Ministero vuole portare a 46 le certificazioni valide per gli incarichi. E’ caccia al titolo

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Ma i sindacati non sono d'accordo e vanno via dal tavolo delle trattative.

Ma i sindacati non sono d'accordo e vanno via dal tavolo delle trattative.

Chiamata diretta, tutti i titoli necessari per avere gli incarichi secondo il Ministero. La tabella. ESCLUSIVA

Ricordiamo, infatti, che nei giorni scorsi sindacati e Ministero erano giunti ad un accordo che prevedeva una regolamentazione della chiamata diretta "selvaggia" come presente nella legge 107 (La Buona Scuola).

L'accordo prevedeva il possesso da parte dei docenti interessati agli incarichi di requisiti quali certificazioni linguistiche, master in DSA o Lingua 2, sulla dispersione, integrazione, titolo di sostegno, fino ad un massimo di 29 titoli, che vi abbiamo elencato qui.

I dirigenti scolastici  potevano poi scegliere i criteri in base alle esigenze espresse nel PTOF.

L'assegnazione dell'incarico sarebbe avvenuta, quindi, per graduatoria in base ai titoli posseduti.

Ieri al Ministero l'accordo è saltato, perché l'amministrazione ha presentato delle variazioni rispetto a quanto concordato nei giorni precedenti. Il sospetto è che le associazioni dei dirigenti abbiano fatto pressione su questo punto, mettendo i tecnici del Ministero con le spalle al muro.

Di quali modifiche stiamo parlando?

Innanzitutto, la volontà di portare da 29 a 46 i titoli validi per l'acquisizione del punteggio ai fini degli incarichi, dall'altro la richiesta di aggirare la graduatoria per titoli da parte dei dirigenti ed effettuare ad ogni modo una offerta al docente che meglio ritengono adatto all'incarico da assegnare.

L'aumento stesso dei titoli sarebbe stata una carta in più per il dirigente scolastico per avere una più ampia scelta nella elaborazione del mini-bando di concorso che ogni scuola avrebbe dovuto elaborare ai fini dell'assegnazione degli incarichi.

Saltata la trattativa, il tutto viene rimandato al prossimo incontro, previsto per giovedì.

Ma se l'amministrazione non farà un passo indietro è possibile che i sindacati non firmino il contratto e la gestione della chiamata diretta segua le (non)indicazioni presenti nella legge, che, di fatto, lasciano totale mano libera ai dirigenti scolastici.

Tutto sulla chiamata diretta

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