Chiamata diretta dei docenti, è incostituzionale. Il testo della sentenza che boccia la legge lombarda

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red – Si tratta di una legge regionale varata dalla giunta Formigoni e che veniva fatta rientrare in quella "valorizzare l’autonomia scolastica", "sancita dai principi costituzionali". Così, secondo la Corte costituzionale non è e con la sentenza n. 76 del 24 aprile 2013 boccia definitivamente il tentativo lombardo di regionalizzare il personale della scuola.

red – Si tratta di una legge regionale varata dalla giunta Formigoni e che veniva fatta rientrare in quella "valorizzare l’autonomia scolastica", "sancita dai principi costituzionali". Così, secondo la Corte costituzionale non è e con la sentenza n. 76 del 24 aprile 2013 boccia definitivamente il tentativo lombardo di regionalizzare il personale della scuola.

Infatti, secondo la Corte costituzionale la Regione dispone, con questa legge, in merito a personale inserito nel pubblico impiego statale, di conseguenza su di essi può predisporre solo lo Stato, non la Regione o il singolo Dirigente o le cosiddette "reti di scuole".

Altra questione riguarda l’autonomia. Infatti, come anticipato nell’abstract, uno dei fondamenti avanzati dai fautori della legge riguardava la "valorizzazione dell’autonomia scolastica". Ma tale valorizzazione non può andare oltre, spingendosi fino a consentire ai singoli istituti scolastici la scelta del proprio personale docenti con concorsi locali. Autonomia non si traduce con "onnipotenza", ma deve rientrare e rispettare i principi costituzionali dello Stato italiano.

Inoltre, la legge regionale prevedeva la scelta dei docenti da parte delle scuole soltanto relativament agli incarichi annuali. Dice la Corte: "Né a diversa conclusione può pervenirsi per il fatto che la legge regionale in esame limita la possibilità di assunzione del personale docente – scelto nell’ambito delle graduatorie provinciali ad esaurimento – ai soli incarichi annuali, avendo come obiettivo quello di favorire la continuità didattica; anche il
personale docente assunto con contratto a tempo determinato fa ugualmente parte del pubblico impiego."

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