La chiamata diretta è allucinante, se poi ci aggiungiamo il video-provino… Lettera

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La notizia che  alcune scuole hanno avuto la molto brillante idea di richiedere, per la chiamata diretta dei docenti, un video di presentazione, a figura intera però, ha suscitato non poche reazioni di indignazione, ma anche di forte ilarità: le prime, determinate da una ormai insopportabile sofferenza di fronte allo scempio legislativo della L. 107; le seconde, da quel sano e necessario senso dell'ironia che aiuta, quanti come me combattono questa legge ab origine, ad alleggerire questa orrenda/grottesca situazione. In effetti, appena ho saputo questa notizia, ho riso tanto, ma così tanto…da piangere…

La notizia che  alcune scuole hanno avuto la molto brillante idea di richiedere, per la chiamata diretta dei docenti, un video di presentazione, a figura intera però, ha suscitato non poche reazioni di indignazione, ma anche di forte ilarità: le prime, determinate da una ormai insopportabile sofferenza di fronte allo scempio legislativo della L. 107; le seconde, da quel sano e necessario senso dell'ironia che aiuta, quanti come me combattono questa legge ab origine, ad alleggerire questa orrenda/grottesca situazione. In effetti, appena ho saputo questa notizia, ho riso tanto, ma così tanto…da piangere…

I dirigenti scolastici, dopo la famigerata L. 107, hanno una  libertà d'azione, nell'applicazione delle linee guida del Miur, così ampia, da poter produrre documenti/ scempiaggini  di tal fatta, pubblicandoli, così come per legge,  anche on line, dunque visibili a tutti, il che evidentemente non li spaventa affatto, tale è la loro sicumera. Sicuri di sé certamente,  ma un po' sprovveduti  nel riporre in un antro oscuro e remoto, quel minimo buon senso che ognuno di noi dovrebbe avere, e nella vita privata, e in quella lavorativa, a maggior ragione se si tratta di dirigenti.

E' l'epoca del culto dell'immagine, dei selfie, dell'apparire più che dell'essere, e i dirigenti delle due scuole, l'IC "A. Frank-Carradori" di Pistoia e l'IC "Pier Cironi" di Prato, hanno ben pensato di ricorrere al video-provino, alla stessa stregua delle peggiori trasmissioni  televisive, per scegliere i loro docenti, dimenticando la cosa essenziale: cos'è una scuola, quella buona davvero. Che non è certo il luogo dove, per poterci lavorare, bisogna sottoporsi  a provini, e per dimostrare cosa? Spigliatezza, verve, arguzia, brio, prontezza o cos'altro ancora? Forse quelle qualità tanto di moda oggi riconducibili proprio al culto dell'imma gine e dell'apparire e che non contraddistinguono certo le persone migliori, anzi? Dunque, scuola che invece di combattere, alimenta tante storture educative? Scuola specializzata nell'”educazione” al baratro culturale?

Già l'istituto della chiamata diretta è allucinante, è quanto di più sbagliato e perfido ci possa essere, se a ciò si aggiunge anche il video-provino, credo non ci siano più aggettivazioni adatte. Almeno, nel nostro vocabolario.

E' da una vita ormai che svolgo il nobilissimo lavoro di docente, nella scuola sono cresciuta, in essa, per dirla con Ungaretti, “mi sono rimescolata e mi sono conosciuta”, ed anche ad essa devo il mio essere quel che sono oggi, perciò, il vederla così snaturata, mi fa star male.

E mai, neanche ricorrendo alla più fervida fantasia, e nemmeno per un attimo, in tutti questi anni di esperienza lavorativa, ho mai pensato di potere, un giorno, assistere a questo scempio, che ha uno ed un solo obiettivo: lo smantellamento della scuola pubblica. Di fatto, nel tristissimo tempo del post legge 107, ci troviamo una scuola pubblica gestita come le aziende private, anzi peggio, il che significherà per tanti ds così sicuri di sé, rimostranze e ricorsi a valanga.  

Tempi tristissimi dunque, ma continuerò a combattere civilmente e democraticamente, così come ho fatto finora, fin quando, e spero prima del mio pensionamento, vedrò questa legge cancellata e restituita alla scuola la sua vera essenza.

Rosanna Giovinazzo, Partigiana della scuola pubblica

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