Buona scuola. Referendum, Turi (Uil) firma due quesiti: “chiamata diretta” e bonus docenti. Non è firma ideologica, ma scelta sul merito

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Il segretario della Uil scuola, Pino Turi, ha oggi firmato, come apprendiamo dal comunicato di seguito riportato, per il referendum contro i 4 punti più contrastati della legge n. 107/2015. 

Il segretario della Uil scuola, Pino Turi, ha oggi firmato, come apprendiamo dal comunicato di seguito riportato, per il referendum contro i 4 punti più contrastati della legge n. 107/2015. 

Il Segretario ha affermato che non si tratta di una firma ideologica, bensì di una scelta relativa merito delle questioni, come testimonia il fatto che lo stesso ha firmato due dei quattro quesiti referendari: "chiamata diretta" e bonus.

Il comunicato
Assunto di  partenza per la Uil Scuola  è la volontà di risolvere i problemi del personale attraverso l’azione sindacale. Per questo si  valuteranno nel merito i quesiti referendari.  La nostra non è una firma ideologica ma sul merito delle questioni.

Così il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi che oggi ha firmato due dei quattro referendum sulla scuola. 

E’  sui singoli quesiti, in particolare quelli relativi alla chiamata diretta e del bonus, infatti, che si attiverà l’intervento del sindacato per favorire un esito mirato del referendum abrogativo che è pur sempre un mezzo costituzionale di democrazia partecipativa.

Il risultato del  referendum – aggiunge la Uil – si pone in un quadro di esiti incerti, se letto nell’ottica della  soluzione dei diritti lesi dei lavoratori.

In questa prospettiva, i quesiti che riguardano i poteri affidati impropriamente ai dirigenti scolastici, la chiamata diretta, la valutazione dei docenti e dei dirigenti, rappresentano valide ragioni per percorrere una strada difficile, che rappresenta  una battaglia di libertà a favore della scuola pubblica, quella voluta dalla costituzione.

E’ una battaglia a cui vogliamo partecipare.  Oltre a firmare per i quesiti del referendum, ci attiveremo per raccogliere nelle scuole tantissime firme. Il risultato della petizione rappresenterà il segno dell’opposizione alla legge del Governo sulla scuola.

Il referendum è la ratio estrema – mette in chiaro Turi – ci auguriamo che il governo decida di intervenire prima.

Il Parlamento, infatti,  potrebbe modificare le norme sbagliate della 107/2015 e (ri)dare voce ai cittadini per aprire un ampio dibattito sul futuro della scuola pubblica, quella frequentata dal 93% degli studenti italiani.

 

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