Bonus premiale. Migliaia di docenti rinunciano, perché: limitazione libertà insegnamento, quantità vs qualità, competizione vs collegialità. Modificare sistema valutazione

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Il Bonus premiale, previsto dalla legge n. 107/2015  e che i dirigenti scolastici a breve assegneranno ai docenti "meritevoli", continua a suscitare polemiche e atti di rinuncia da parte di numerosi docenti appartenenti diverse scuole e, talvolta. da parte di tutti gli insegnanti di una medesima scuola. 

Il Bonus premiale, previsto dalla legge n. 107/2015  e che i dirigenti scolastici a breve assegneranno ai docenti "meritevoli", continua a suscitare polemiche e atti di rinuncia da parte di numerosi docenti appartenenti diverse scuole e, talvolta. da parte di tutti gli insegnanti di una medesima scuola. 

Sulla vicenda sono intervenuti anche politici appartenenti al mondo della scuola, come l'on. Malpezzi – insegnante e membro della VII Commissione Cultura – e l'on. Camilla Sgambato, secondo cui i docenti che rinunciano al bonus stanno commettendo un errore in quanto, sottraendosi alla valutazione, non potranno essere mai valorizzati e non si contribuirà in tal modo al miglioramento dell'offerta formativa. Docenti che, secondo alcuni, rifiutano categoricamente la valutazione, favorendo l'appiattimento della scuola pubblica italiana.

Intanto, di giorno in giorno, gli atti di rinuncia o di richiesta di non assegnazione del bonus aumentano, come ci confermano le numerose testimonianze giunte in redazione e come abbiamo riportato in diversi nostri articoli:

Rinuncia-indisponibilità al bonus premiale dell'Istituto Comprensivo Statale G. Toaldo di Montegalda (VI)

59 insegnanti di un Liceo di Grottaglie (TA) devolveranno l'eventuale bonus alla scuola

Merito docenti, numerosi insegnanti in provincia di Siracusa rifiutano il bonus premiale

Bonus premiale docenti, rifiuto attuale sistema. Valutazione da parte di un ispettore tecnico che sappia di didattica. Lettera

Bonus premiale, insegnante a dirigente: escluda mio nome da possibili beneficiari. E' la gratitudine degli allievi il mio incentivo. Lettera

Merito docenti: non si riconosce con un bonus, ma con aumenti in busta paga. Lettera

I suddetti articoli e lettere sono solo una parte di quelli pubblicati in merito, cui si aggiungono altri atti come ad esempio quello dei docenti dell'I.C. Marchetti di Senigallia, i cui insegnanti hanno scritto al dirigente scolastico comunicando di riservarsi di decidere se dichiararsi indisponibili al premio oppure accettarlo per poi devolverlo alla Scuola.

Le polemiche e gli atti di rifiuto del bonus, che dovrebbe premiare il merito dei docenti, sono così tanti che meriterebbero l'attenzione dell'Amministrazione e del Governo, che sembrano essere totalmente sordi al riguardo.

Analizzando quanto sostenuto dai docenti che si propongono di rinunciare al bonus, non si può non sottolineare che nessuno ha mai detto di non voler essere valutato. Tutti, al contrario, hanno affermato di non volersi sottrarre alla valutazione, ma di non condividere il sistema posto in essere dalla legge di Riforma.

Svariate le motivazioni a sostegno del rifiuto, tuttavia ve ne sono alcune ricorrenti, che si ripetono in tutti gli atti di rinuncia e in tutte le polemiche sollevate:

  1. il bonus sembra voler compensare il blocco degli stipendi a causa del mancato rinnovo del Contratto;
  2. non si può annoverare tra i criteri il fatto di svolgere funzioni strumentali o qualsiasi altro compito già retribuito;
  3. fissare dei criteri a monte può portare a limitare la libertà d'insegnamento, in quanto tutti dovrebbero adeguarsi ai criteri prestabiliti piuttosto che all'utenza;
  4. competezione sterile a scapito della collegialità.

Le suddette motivazioni sono sicuramente degne di essere vagliate dal Miur e dallo stesso Governo, in quanto non sono strumentali alla polemica ma piuttosto ad un cambiamento del sistema creato dalla Buona Scuola.

Chi può negare che la qualità dell'insegnamento non deve valutarsi in base al numero di impegni svolti? Chi può negare che paletti troppo rigidi, potrebbe portare gli insegnanti ad uniformarsi agli stessi, perdendo di vista quelli che sono i reali bisogni dell'utenza?

Considerate le polemiche provenienti da ogni parte e considerato il fatto che nessun docente ha affermato di volersi sottrarre alla valutazione, sarebbe auspicabile che il Miur si fermasse a riflettere, coinvolgendo realmente gli addetti ai lavori, al fine di dar vita ad un sistema di valutazione condiviso e, a quel punto, difficilmente criticabile.

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