Bonus premiale. La Costituzione non prevede premi in denaro per i dipendenti pubblici. Lettera

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Tra poco tempo il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca emanerà la circolare applicativa sull’assegnazione del BONUS ai docenti meritevoli, in ossequio alla legge 107 del 13 luglio 2015, una legge partorita in tutta fretta solo per dare l’idea di una riforma della scuola che rispondesse ai requisiti richiesti dall’Europa.

Tra poco tempo il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca emanerà la circolare applicativa sull’assegnazione del BONUS ai docenti meritevoli, in ossequio alla legge 107 del 13 luglio 2015, una legge partorita in tutta fretta solo per dare l’idea di una riforma della scuola che rispondesse ai requisiti richiesti dall’Europa. I criteri di attribuzione del BONUS premiale dei docenti stridono con il dettato costituzionale perché la Carta fondamentale dello Stato italiano non prevede per i dipendenti pubblici un premio in denaro, ma solo scatti di anzianità. Pertanto il bonus lasciato alla libera discrezionalità del dirigente è da ritenersi del tutto incostituzionale e dettato solo da una “mera” svista interpretativa del legislatore.

Sarebbe il caso, per evitare guerre intestine tra le mura scolastiche alla maniera di lotte sociali tra guelfi e ghibellini che il bonus docenti previsto dalla Legge 107/2015 venisse rivisto secondo un criterio basato su un’apposita tabella di valutazione dei titoli posseduti tenendo presente la carriera docente.

E’ più logico, insomma, che quando si deve utilizzare il sistema meritocratico si tengano presenti i titoli culturali e professionali posseduti dai docenti e non, al contrario, come vuole la “Buona scuola” che tutto viene lasciato alla discrezionalità del dirigente e del Comitato di Valutazione.  

Mario Bocola   

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