Blocco scrutini: si dal 97% dei docenti, delusi dal Governo

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Pochi passi avanti, ieri, dopo l'incontro tra i vertici del Partito Democratico e i rappresentanti dei sindacati. Il Partito, almeno secondo i resoconti, non apre su molti punti critici.

Pochi passi avanti, ieri, dopo l'incontro tra i vertici del Partito Democratico e i rappresentanti dei sindacati. Il Partito, almeno secondo i resoconti, non apre su molti punti critici.

Il primo tra tutti, la chiamata dei docenti da parte dei dirigenti, tema molto caro e sentito tra quelli alla base dello sciopero del 5 maggio.

La VII Commissione cultura ha saltato, nella trattazione, proprio quei punti caldi e fortemente contestati: assunzioni e ruolo dirigenti. Probabilmente si affronteranno tra sabato e domenica.

Gli incontri con i sindacati non sono terminati a quanto si apprende, ma il morale non è alto, anche se ieri in Parlamento sono state apportate alcune modifiche importanti, a partire da quelle all'articolo 21, con lo stralcio delle deleghe al Governo sull'autonomia contabile dei dirigenti e la riforma degli organi collegiali. Il che significa che sarà il Parlamento ad occuparsene.

Restano ancora nelle mani del Governo riforme importanti come quella sull'abilitazione all'insegnamento, sulla revisione dei percorsi professionali e sul diritto allo studio.

Molti sindacalisti, ieri, hanno ipotizzato una ripresa delle iniziative di protesta, a partire dalla FLCGIL, mentre la Gilda ha lanciato la possibilità di bloccare gli scrutini, promettendo un fine anno di fuoco.

Abbiamo, quindi, lanciato un sondaggio per chiedere ai docenti se fossero concordi con questa forte forma di protesta. Ecco il risultato.

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