Blocco scatti anzianità fino al 2014, la parola passa a Letta. Dimissioni del premier in caso di tagli alla cultura, Università e Ricerca … diamo per scontata anche la scuola?

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red – Ieri a "Che tempo che fa" Fabio Fazio ha chiesto: "Lei ce la fa questa sera a promettere che questa volta scuola, ricerca e cultura, cioè futuro e felicità, non si toccano?".

red – Ieri a "Che tempo che fa" Fabio Fazio ha chiesto: "Lei ce la fa questa sera a promettere che questa volta scuola, ricerca e cultura, cioè futuro e felicità, non si toccano?".

"Mi prendo l’impegno, – ha risposto Letta – mi dimetto se dovremo fare dei tagli alla cultura alla ricerca e all’Università"

… e la scuola? Lapsus o …

Ieri, in un primo momento, la nostra instancabile redazione, ha ritenuto di dover inglobare di default anche la scuola nell’impegno del premier. Ma a "rigor di dichiarazione" essa non è stata nominata. Ci auguriamo si tratti di lapsus. Il video delle dichiarazioni dal "Corriere.it"

Alle affermazioni del Primo Ministro, risponde il Ministro Carrozza: "Sono al lavoro al Ministero e comincio la settimana a Roma. Ieri sera il Presidente del Consiglio ha fatto un’affermazione importante: Stop a tagli su cultura e ricerca Mi pare che il primo impegno sia nella direzione giusta, per riaffermare il ruolo di cultura, Università e ricerca." Sulla scuola ancora silenzio. Resta, dunque, un importante nodo da sciogliere.

Ma non è l’unico sul quale il nuovo Primo Ministro dovrà pronunciarsi.

Parliamo dei tagli degli stipendi degli statali.

C’è, spinosa, anche la questione del blocco degli scatti di anzianità, indennità di vacanza e rinnovo contratto.

Infatti, a seguito della proposta da parte dell’ex Governo Monti, il Consiglio di Stato ha dato parere favorevole alla proroga al 31 dicembre 2013, con effetto sull’anno 2014, dei blocchi introdotti dall’art. 9, comma 23, del decreto legge n. 78 del 2010, riguardanti il personale docente, educativo ed Ata della scuola.  Qualche perplessità, causa possibili contenziosi, sulle indennità di vacanza. Leggi l’articolo.

Una vera e propria mannaia per gli stipendi del pubblico impiego che negli ultimi quattro anni hanno subito una perdita di potere d’acquisto già a causa dell’inflazione del 7/8% pari in media a 150 euro al mese.

Solo la scuola è riuscita a limitare i danni, grazie ad un accordo tra sindacati e Ministero, ma a costo del taglio del fondo di istituto, e al momento con effetti solo per il 2011: per il 2012 si devono ancora cercare i fondi.

Adesso, questa nuova potenziale mannaia.

Il Governo Monti ha avviato l’iter per questo nuovo taglio e, per i conti pubblici, ha considerato il taglio come già avvenuto. Nel contempo la patata bollente  del decreto è passata al nuovo esecutivo, che adesso, dopo il parere favorevole del Consiglio di Stato, dovrà esaminarlo.

La decisione finale sarà, dunque, del Governo Letta, che se bloccherà l’iter del taglio, dovrà trovare almeno un miliardo di euro: tanto costa, in media, l’aumento dell’1% dello stipendio dei dipendenti.

La tentazione, lo sappiamo già, per la scuola, sarà di attingere ancora una volta dal Fondo di Istituto. Cosa accadrà? Ci dovremo attendere le dimissioni di Letta o la scuola non è da considerarsi facente parte del giuramento avvenuto ieri sera a "Che tempo che fa"?

Un chiarimento a tal riguardo sarebbe opportuno

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