Bari: sentenza su stabilizzazione passata in giudicato. Spetta l’immissione in ruolo

Di Lalla
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UGL Scuola Bari – A distanza di un anno i ricorsi presentati dall’ Ugl Scuola Bari producono i primi effetti: le vittorie in 1° grado ed in appello passano in giudicato e i precari baresi che si sono rivolti ai giudici si apprestano ad essere immessi in ruolo.

UGL Scuola Bari – A distanza di un anno i ricorsi presentati dall’ Ugl Scuola Bari producono i primi effetti: le vittorie in 1° grado ed in appello passano in giudicato e i precari baresi che si sono rivolti ai giudici si apprestano ad essere immessi in ruolo.

C’è una direttiva europea, la n°70 del 1999, che stabilisce che tutti i lavoratori, pubblici o privati, dopo 36 mesi di lavoro a tempo determinato vanno stabilizzati. Una norma attuata in tutti i Paesi dell’ UE, tranne che in Italia dove bisogna rivolgersi ad un giudice per tutelare tale diritto.

Contro la palese violazione della normativa europea il sindacato Ugl Scuola lanciò nel 2011 i ricorsi ai Giudici del Lavoro di tutta Italia, partendo dalla Puglia dove in 500 decisero di ricorrere per la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a indeterminato, e per il riconoscimento dei c.d. scatti stipendiali. Ad oggi si stimano in tutta la Nazione complessivamente oltre 20mila ricorsi promossi da tutte le organizzazioni sindacali.

L’Ugl Scuola lancia l’allarme con un dato importante: dopo numerose sentenze favorevoli alla stabilizzazione dei precari della scuola con più di 36 mesi di servizio, e dopo aver ottenuto per gli stessi risarcimenti economici per centinaia di migliaia di euro complessivi, il contenzioso giudiziario si sta progressivamente trasformando in una bomba ad orologeria per il Ministero dell’Istruzione e per le casse dello Stato: in questi giorni infatti le prime sentenze che riguardano precari baresi risalenti al 2012 sono passate in giudicato, cioè sono diventate irrevocabili.

Sentenze che riguardano docenti e personale ata che da10, 15 ed in certi casi anche 20 anni vengono puntualmente licenziati il 30 giugno senza avere mai la certezza di essere riassunti e, soprattutto in tempi di tagli lineari alla scuola pubblica, con la consapevolezza di rischiare di restare disoccupati a 40, 50 anni, o di lavorare qua e la con supplenze brevi.

E uno di questi quarantenni è il protagonista della sentenza n°2701/12 del Trib.di Trani, a firma del dott. Brudaglio, un assistente tecnico precario di Bari in servizio presso una scuola di Andria: per lui adesso niente più licenziamenti, niente più code chilometriche ed attese sotto il sole di Agosto nella speranza di elemosinare un contratto, un ennesimo contratto a tempo determinato, senza poter mai programmare niente di serio, un futuro a tempo determinato.

La sua sentenza non è stata appellata e dunque è passata in giudicato, e a questa nei prossimi giorni potrebbero seguirne molte altre; le cancellerie dei tribunali sono stracolme di sentenze favorevoli ai precari ed alla loro stabilizzazione ma anche, come recitano recentissime sentenze del Tribunale di Bari a firma del Giudice Procoli, al riconoscimento del diritto per altri ricorrenti Ugl (nello specifico per sette lavoratori tra docenti e personale ata) alla progressione professionale retributiva anche nel periodo di precariato, per una somma che si aggira intorno ai 90mila euro, ed inoltre l’Avv. Graziengela Berloco, legale del sindacato, comunica che anche la Corte d’Appello di Bari, con provvedimento n°1672/2012 dopo un’udienza collegiale presieduta dal Dott. Castellaneta, ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata dall’Avvocatura dello Stato, con cui si intendeva bloccare l’esecuzione di una sentenza sui c.d. scatti stipendiali, favorevole ad una precaria che aveva ottenuto circa 7mila euro in 1° grado.

Oltre al dato economico, non trascurabile in tempi di spending review, all’orizzonte si profila una situazione caotica nell’organizzazione del reclutamento del personale: da dove si assume, dalle graduatorie o dalle sentenze?
“Dopo due anni di battaglie legali” sottolinea Rossano Sasso, segretario prov.le dell’Ugl Scuola – “ a questo punto mi auguro che l’Amministrazione rifletta sull’opportunità di rispettare la normativa europea e di adeguarsi alla giurisprudenza, con risparmio di spese per le casse dello Stato e nel rispetto della dignità dei lavoratori precari e di ruolo della Scuola”

“Ci auguriamo che il Miur non si ostini nella difesa ad oltranza di una posizione che viola la normativa europea, che lede la dignità dei lavoratori e che viene puntualmente contestata dalle sentenze – sottolinea l’avvocato Berloco – pubblicate in tutto il territorio nazionale e che parlano di discriminazioni, di un vero e proprio abuso nella reiterazione dei contratti a tempo determinato e che hanno prodotto numerose condanne al risarcimento del danno, complessivamente, ad oggi, per una cifra che si aggira intorno al milione di euro”.

Soldi che potrebbero essere utilizzati diversamente, battaglie legali che potrebbero essere risolte con una soluzione proposta dallo stesso sindacato Ugl e che appare ragionevole: una sanatoria che preveda la stabilizzazione dei precari con più di 36 mesi di servizio o perlomeno dei ricorrenti vincitori in 1°grado, con conseguente risparmio per le casse dello Stato di risarcimenti, spese legali e via discorrendo. Ragionevole anche se si pensa al fatto che un dipendente precario costa addirittura di più di uno di ruolo: c’è una differenza di poche decine di euro per le aliquote e l’indennità di disoccupazione. “In un periodo in cui ci si richiama spesso ai parametri imposti dall’Europa – sottolinea Sasso – voglio augurarmi che lo si faccia anche per questa circostanza, e che nell’agenda politica di tutte le formazioni che si candidano alla guida del Paese, rientri anche questo problema che riguarda non solo centinaia di migliaia di lavoratori ma anche famiglie e di alunni, che del precariato hanno conosciuto la negatività della mancanza di continuità didattica.

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