Bachelet: Battaglia vinta sulle 24 ore, ma restano da trovare 183 milioni di euro

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red – L’On. Bachelet risponde alle domande della nostra Daniela Sala sulla questione delle 24 ore. Una parte dei soldi sarà reperita dai fondi del MIUR stesso.

red – L’On. Bachelet risponde alle domande della nostra Daniela Sala sulla questione delle 24 ore. Una parte dei soldi sarà reperita dai fondi del MIUR stesso.

A che punto è attualmente l’emendamento che prevedeva l’aumento delle ore a carico dei docenti da 18 a 24? E come Gruppo scuola del Pd come vi state muovendo?

Vorrei fare innanzitutto un passo indietro: solo un mese fa, quando è stato presentato il decreto stabilità, abbiamo scoperto a sorpresa novità non preannunciate, come spesso accade a noi della scuola, tra cui appunto quella della norma delle 24 ore. Come lo hanno scoperto le persone leggendo i giornali, così ce ne siamo accorti anche noi.
A quel punto noi del Gruppo scuola del Pd abbiamo prodotto un documento informativo (http://giovannibachelet.it/pag1vekkia/schedaDLstabilitaescuola.pdf). Dal 21 ottobre in poi, cioè da quando Bersani ha definito questa norma invotabile e poche ore dopo è stata rilasciata la prima intervista in cui il Governo ha annunciato la volontà di ritirarla, è stato tutto in discesa.  A mio parere c’è stato un tentativvo di contrattazione di tipo sindacale, cioè proporre un aumento a 24 ore per poi accordardi su un aumnto a 20. Ma comunque la nostra risposta, e poi delle altre forze politiche che si sono accodate, è stat fin da subito un ‘no’, specie dopo che il governo ha mostrato la propria disponibilità.

In ogni caso uno degli aspetti più singolari della norma era il fatto che avrebbe prodotto quattro volte tanto i soldi richiesti dalla spending review: 721 milioni di euro, rispetto ai 183 milioni che avevamo a malincuore approvato a luglio.
La giustificazione addotta era che i soldi in più sarebbero stati reinvestiti nella scuola. A suo tempo anche la Gelmini promise che un terzo dei soldi risparmiati sarebbero tornati alla scuola: cosa peraltro mai successa.
Un’altra motivazione che ha reso la proposta inaccettabile viene dal fatto che questi risparmi non vengono usati per dare maggiore libertà a o qualità alla scuola, ma semplicemente sarebbero stati scaricati sulle spalle degli insegnati aumentando il carico a parità di stipendio, evitando la contrattazione con un altro comma ad hoc contenuto nel decreto stabilità.

Rimane però il problema di reperire 183 milioni di euro.

Certamente, in ogni caso è un buon segnale che il governo abbia dato parere favorevole al ritiro della norma sulle 24 ore. La legge deve ancora essere votata in Commisione bilancio, ma, a meno di sorprese, questa prima battaglia dovrebbe essere stata vinta.

Quindi questi 183 milioni di euro dove saranno recuperati?

Qualche taglio ci sarà , è certo. Una parte di questi soldi sarà presa dal Miur, ma è una questione ancora fumosa: prima è necessario riaggiornare i conti sulla basa del ritiro del provvedimento.

Quali tagli è possibile aspettarsi?

Una delle nostre richieste è che i 183 milioni siano, nella migliore delle ipotesi ripartiti in parte tra altri ministeri o attinti da qualche fondo comune o quantomeno frutto di tagli che tocchino altri capitoli di spesa del Miur e non la scuola. Che non si arrivi a una soluzione mi pare politicamente improbabile. A questo punto non trovare una copertura sarebbe una dichiarazione di guerra da aparte del Governo.

Non votereste insomma per provvedimenti che prevedano tagli al comparto scuola?

Noi non voteremmo per provvedimenti che prevedano un aumento dell’orario o una riduzione del personale. I soldi andranno tirati fuori, ma da dove non rientra tra le mie attuali conoscenze.
Comunque considerato il colpo di accetta da da 721 milione che stava per abbattersi c’è già di che essere soddisfatti.

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