Assunzioni. Anief: non è bello insegnare in serie B

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Nessuno del nostro sindacato ha mai sconsigliato i docenti precari a non partecipare al piano assunzioni della scorsa estate: se hanno rifiutato, la responsabilità è tutta di chi amministra la scuola che ha scelto di svilire le immissioni in ruolo introducendo la chiamata diretta senza una legittima progressione di carriera”.

Nessuno del nostro sindacato ha mai sconsigliato i docenti precari a non partecipare al piano assunzioni della scorsa estate: se hanno rifiutato, la responsabilità è tutta di chi amministra la scuola che ha scelto di svilire le immissioni in ruolo introducendo la chiamata diretta senza una legittima progressione di carriera”. Replica così Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, alle dichiarazioni rilasciate dal Capo del Governo a proposito del suo rammarico perché “qualche professore” avendo sentito “il parere di qualche sindacalista stratega, non ha accettato il posto…”.

“Nel 2006 – continua Pacifico – l’allora ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, propose e convinse il Governo a far approvare un piano di assunzioni pari a 150 mila docenti. Senza però docenti ‘potenziatori’, che ogni tre anni dovranno cambiare sede di servizio e senza alcuna maggiorazione di stipendio fino al primo decennio di carriera. A ribadire come stanno le cose, ultimamente è stata la Corte Costituzionale, ricordando che coloro che stipulano un contratto a tempo indeterminato sono portatori dei medesimi diritti garantiti per anni ai colleghi entrati precedentemente in ruolo. Pertanto – conclude il leader dell’Anief – non esistono insegnanti di serie A e serie B”.

Anief, nel farsi portavoce di migliaia di insegnanti immessi invece in ruolo a centinaia di chilometri da casa o in procinto di finirvi attraverso la “giostra” degli albi territoriali e della chiamata diretta, ricorda che quasi il 20% degli assunti con le fasi b) e c) della Buona Scuola, sono stati collocati dall’algoritmo secretato del Miur in una regione diversa. Specie nel corso della fase b). Mentre grazie al “potenziamento”, la fase successiva, nessuno insegna più la sua materia. Senza dimenticare che ora, con la nuova mobilità, assisteremo ad un esodo di massa.

“È un destino inevitabile, perché i docenti che fanno parte dell’organico potenziato, dovendo finire negli ambiti territoriali, sono destinati ad essere confermati o trasferiti ogni triennio come docenti nomadi, erranti, transumanti. In base alle regole introdotte con la Legge 107/15, decine di migliaia di neo-assunti l’hanno scampata il primo anno per aver confermato la sede dove svolgevano la supplenza annuale. Con il nuovo anno, però, potranno essere dirottati altrove. E dopo tre anni gli si potrebbe chiedere ancora di ripartire. Così come – conclude Pacifico – i docenti di ruolo coinvolti nei nuovi trasferimenti”.

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