Anquap, ci vogliono Consigli d’istituto di 9 unità. Per ATA necessario svuotamento graduatorie e avvio concorsi

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Giorgio Germani, presidente Anquap (Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche), crede in una soluzione imminente all’incertezza in cui la Buona Scuola relega il personale tecnico e amministrativo delle scuole.

Giorgio Germani, presidente Anquap (Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche), crede in una soluzione imminente all’incertezza in cui la Buona Scuola relega il personale tecnico e amministrativo delle scuole.

Lo abbiamo raggiunto qualche giorno dopo l’incontro col ministro Giannini, di fronte alla quale ha ribadito le priorità della sua categoria: concorsi regolari per dare un’occasione anche ai più giovani e concorso riservato per promuovere l’esperienza e le competenze degli assistenti che da anni svolgono mansioni superiori al loro ruolo.

Presidente Germani, secondo lei la legge 107/2015 sminuisce o comunque marginalizza il ruolo di chi lavora nell’amministrazione scolastica? Quale effetto determina tutto questo in chi vive la scuola da lavoratore e da utente?

“Credo che in realtà la legge 107/2015 esalti il ruolo dell’Amministrazione, poiché sia l’utenza sia i lavoratori sono consapevoli del fatto che quanto avviene a scuola in termini di didattica e, quindi, di servizio ai cittadini passi necessariamente attraverso procedimenti amministrativi. Peccato che, in effetti, sembra che tutto questo sia sfuggito proprio al Governo che ha proposto la legge e al Parlamento che l’ha discussa e infine approvata”.

Nel recente incontro col ministro Giannini questa ‘distrazione’ è stata approfondita? Come si pensa di porvi rimedio?

“Il Ministro ha riconosciuto che bisogna intervenire in maniera tempestiva per sanare questa penalizzazione del personale amministrativo e tecnico-ausiliario, senza però scendere nei dettagli sul come e quando. Spero che nei prossimi mesi si daranno da fare per trovare gli strumenti normativi e finanziari idonei a questo scopo”.

Sempre in riferimento alla legge e al nuovo T.U., come auspica che venga riformulata la disciplina della governance in termini di composizione, funzionamento e competenze? In quali cambiamenti concreti si tradurrebbe quest’azione riformatrice?

“In primo luogo auspichiamo che la composizione del nuovo Consiglio di Istituto preveda non più di nove unità (oggi siamo a diciotto!) e che il suo funzionamento sia essenzialmente ricondotto alla programmazione, alla revisione, alla rendicontazione e alle variazioni in corso d’opera. Importante è che venga introdotto il meccanismo della seconda convocazione, qualora nella prima non si raggiungesse il numero legale. Non so se si metterà mano in tempi rapidi a tutto questo, certo è che l’intervento più urgente riguarda alcune competenze del Dirigente Scolastico quali vengono ridisegnate dalla 107, visto che il TU del 1994 ne attribuisce ancora molte al Consiglio di Istituto”.

Ho letto dell’idea di promuovere una conferenza nazionale sulla scuola, non è bastata la fase consultiva che ha preceduto la stesura e l’approvazione legge 107?

“La fase consultiva preliminare all’approvazione della Buona Scuola ha consentito la partecipazione della cittadinanza alla riforma prima che diventasse tale, adesso ci interessa porre attenzione agli aspetti attuativi, all’implementazione della legge per ipotizzare correzioni e recuperare dimenticanze. Il confronto istituzionale politico e sociale che noi vorremmo si realizzasse in questo momento dovrebbe guardare alla Conferenza nazionale voluta nel 1990 su iniziativa del Ministro dell’epoca, On. Sergio Mattarella, oggi Capo dello Stato”.

Quali sono le priorità per il personale Ata al momento?

“I due principi per noi prioritari in questo momento sono: il superamento delle graduatorie permanenti e l’ordinarietà dei concorsi selettivi per titoli ed esami. Il bando regolare di concorsi per entrare nell’amministrazione delle scuole, oltre a un’occasione di stabilizzazione per il personale precario che da anni lavora nelle segreterie, sarebbe una chance per i nostri giovani”.

Si riferisce a concorsi esterni, quindi?

“Sia esterni sia interni, ricordo che è da ben 15 anni che non sono messi a bando esterni posti da direttore amministrativo, e anche l’ultimo – cui hanno potuto partecipare solo gli interni – risale al 2010”.

Quanti sono i posti al momento vacanti per DSGA?

“Parliamo di un migliaio di posti, di cui 270 nella sola Lombardia”.

L’Anquap ha preso una posizione decisa anche riguardo al trattamento economico dei DSGA, ce ne vuole parlare? Innanzitutto, qual è il compenso medio netto mensile di un DSGA? Qual è la percentuali di laureati tra loro?

“Un direttore amministrativo con una buona anzianità di servizio arriva a prendere mensilmente tra i 1800-2000 euro netti, mentre la percentuale dei laureati non arriva al 50% perché soltanto negli ultimi anni, con la Legge Brunetta, è stata introdotta nel nostro ordinamento l’obbligatorietà del titolo di istruzione terziaria per ricoprire questo ruolo”.

I concorsi interni, però, non contribuirebbero positivamente all’aumento della percentuale di laureati…

“Il titolo di studio è importantissimo, ma non dimentichiamo che chi ha lavorato per dieci o venti anni in una segreteria scolastica ha un bagaglio di esperienza importantissimo, che sarebbe un peccato disperdere o non valorizzare. A questo proposito, voglio richiamare l’attenzione sui tanti assistenti amministrativi che sono chiamati a svolgere funzioni superiori alla propria, in sostituzione del DSGA, e che non percepiscono alcuna indennità. Noi chiediamo il rispetto della proporzionalità retributiva per chi svolge funzioni superiori e che ope legis ci sia la possibilità di passare a inquadramento superiore, anche mediante selezione concorsuale”.

Chiedete, quindi, un concorso riservato?

“Esatto, un concorso riservato a queste figure in deroga però alla legge Brunetta, che come abbiamo visto pocanzi esclude i non laureati. Ma non dimentichiamo anche i 385 direttori amministrativi obbligati a lavorare in una seconda scuola e che non percepiscono nemmeno un euro di più”.

Ha portato anche la loro situazione all’attenzione del Ministro?

“Certo, abbiamo avuto garanzia del fatto che non appena saranno superati i problemi col Mef, un atto di indirizzo del vice Capo di Gabinetto dovrebbe intervenire a sbloccare per loro un’indennità mensile prevista dalla legge ma non ancora definita dal legislatore”. 

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