Animatori digitali, figura strategica ma compensi da fame? Conviene? Cosa sta accadendo nella tua scuola?

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Tra il dire e il fare c'è di mezzo la retribuzione, equa e che tenga conto dell'importanza del ruolo ricoperto.

Tra il dire e il fare c'è di mezzo la retribuzione, equa e che tenga conto dell'importanza del ruolo ricoperto.

Così pare non stia procedendo la questione degli animatori digitali che in questi giorni vengono segnalati dai dirigenti scolastici agli USR per la loro formazione.

Formazione che coinvolgerà circa  8.500 insegnanti, uno per ogni istituto del nostro Paese, che saranno chiamati ad organizzare attività e laboratori per formare la comunità scolastica sui temi del PNSD; a individuare soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili (ambienti di apprendimento integrati, biblioteche multimediali, ammodernamento di siti internet, etc.); a lavorare per la diffusione di una cultura digitale condivisa tra tutti i protagonisti del mondo dell’istruzione, stimolando soprattutto la partecipazione e la creatività degli studenti.

Un ruolo importante, di responsabilità, che assumerà una posizione cardine nell'innovazione della didattica e degli istituti.

Eppure, ci arrivano segnalazioni da parte di docenti ai quali è stato proposto il ruolo, ma con retribuzioni da fame che vanno dai 400 euri all'anno ai 700. Parliamo ovviamente di cifre lorde, proposte da scuole che superano anche i 1.500 studenti.

Eppure le dichiarazioni da parte dei membri del Governo relativamente al piano digitale facevano presagire degli investimenti consistenti in questo settore. Molti docenti stanno rifiutando questi incarichi proprio a causa della penuria di risorse. Insomma, tra il dire e il fare c'è di mezzo la retribuzione, da fame.

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Animatori digitali, figura strategica ma compensi da fame? Conviene? Cosa sta accadendo nella tua scuola?

Posted by Orizzonte Scuola on Giovedì 26 novembre 2015

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