ANIEF. Riforma del diritto allo studio, sarà approvata in tempi record ma servono più borse di studio

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ANIEF – Il Governo ha intenzione di “licenziarla” come prima delle nove deleghe fornitegli dalla Legge 107/15: tra le novità in arrivo, dovrebbero esserci i livelli essenziali delle prestazioni che ciascuna scuola autonoma sarà obbligato a garantire; maggiori risorse per finanziare e rendere operativa la già esistente carta studentesca. L’esecutivo sta poi vagliano la richiesta delle associazioni studentesche di creare un apposito fondo perequativo nazionale a favore delle regioni italiane più povere.

ANIEF – Il Governo ha intenzione di “licenziarla” come prima delle nove deleghe fornitegli dalla Legge 107/15: tra le novità in arrivo, dovrebbero esserci i livelli essenziali delle prestazioni che ciascuna scuola autonoma sarà obbligato a garantire; maggiori risorse per finanziare e rendere operativa la già esistente carta studentesca. L’esecutivo sta poi vagliano la richiesta delle associazioni studentesche di creare un apposito fondo perequativo nazionale a favore delle regioni italiane più povere.

Marcello Pacifico (presidente Anief): va assolutamente esteso il tempo pieno per la primaria e il tempo prolungato per la secondaria di primo grado, uniformando una volta per tutte l'offerta formativa del tempo scuola, senza più differenze al ribasso sul territorio nazionale. Oggi, invece, a fronte di una diffusione del tempo pieno nell'80% delle scuole in Lombardia, solo il 5% di quelle siciliane possono offrire tale servizio. È da queste pratiche che passa il successo formativo e la riduzione degli abbandoni, vera piaga del Sud Italia. 

La riforma del diritto allo studio sarebbe in dirittura d’arrivo: il Governo ha intenzione di “licenziarla” come prima delle nove deleghe fornitegli dalla Legge 107/15. In questi giorni si sta lavorando sugli ultimi dettagli. Come i livelli essenziali delle prestazioni – i Lep – che ciascuna scuola autonoma sarà obbligato a garantire; si sta poi ragionando sullo stanziamento di maggiori risorse per finanziare e rendere effettivamente operativa la già esistente carta studentesca; il Governo sta anche vagliano la richiesta delle associazioni studentesche di creare un apposito fondo perequativo nazionale a favore delle regioni italiane più povere.

Dalle scuole paritarie, inoltre, si propone la previsione di risorse finanziarie che possano garantire il diritto allo studio per chi sceglie le scuole non statali attraverso una identificazione del diritto allo studio con il diritto "di scelta" degli istituti scolastici da frequentare.

L’Anief, che sta partecipando ai tavoli di confronto con le parti sociali avviati dal Partito Democratico, ha espresso tutte le sue perplessità sul modello che si sta configurando: il giovane sindacato, infatti, reputa fondamentale dare impulso, necessariamente per via legislativa, ad un forte incremento delle borse di studio legate al merito. Ma che alla definizione di percorsi di studio all’estero obbligatori, da attuare anche durante le vacanze estive in orario didattico ed extrascolastico, percorrendo buone prassi già sperimentate alle superiori in Europa come il progetto Comenius. Oltre che l’incremento di ore di didattica a tutti i livelli scolastici.

In linea generale, l’organizzazione sindacale rivendica la qualificazione del diritto allo studio come diritto sociale riconosciuto in Costituzione. Con la Stato centrale che è tenuto, si ricorda, a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ne impediscono il pieno svolgimento di tale diritto per tutti i cittadini. Pertanto, lo stesso Stato dovrebbe essere doppiamente interessato ad esercitare al meglio la potestà legislativa per definirne i principi fondamentali.

“Bisogna utilizzare l'occasione della delega per dare seguito a quanto stabilito dal comma 181 della Legge 107/15 per la definizione di una legge quadro nazionale che vada a definire i livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti Lep, cui le singole regioni dovranno necessariamente attenersi”, spiega Marcello Pacifico, presidente Anief. “È altrettanto importante poi prevedere l’attivazione di un fondo perequativo, cui possano attingere le regioni più povere e ciò per ridurre non solo le sperequazioni di ordine economico ma anche, e soprattutto, sociali. Come va incremento di delle borse di studio legate al merito, la previsione di percorsi di studio all'estero per gli studenti”.

Il sindacato, su questo punto è intransigente: “va assolutamente esteso il tempo pieno per la primaria e il tempo prolungato per la secondaria di primo grado, uniformando una volta per tutte l'offerta formativa del tempo scuola, senza più differenze al ribasso sul territorio nazionale. Ad oggi, invece, su questo fronte le cose vanno diversamente: a fronte di una diffusione del tempo pieno nell'80% delle scuole in Lombardia, appena il 5% delle scuole siciliane possono offrire tale servizio”, continua il leader dell’Anief.

“Questo passaggio normativo, eliminerebbe quindi le diseguaglianze tra gli studenti di regioni diverse circa il numero complessivo di ore di lezione effettivamente svolte permettendo un potenziamento dell'offerta formativa. Ciò garantirebbe il successo formativo anche agli alunni delle regioni meno ricche, riducendo sicuramente l’ancora troppo alto fenomeno della dispersione scolastica, che guarda caso colpisce il Sud in modo massiccio. Si tratta di programmi che necessitano chiaramente di risorse che – conclude Pacifico – potrebbero avere una primo immediato input attraverso le risorse finanziarie della Legge di Stabilità in via di approvazione”.

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