Ancora un NO al concorso a cattedra. Lettera

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Voglio aggiungere  la mia voce al numeroso coro dei no al concorso.

Voglio aggiungere  la mia voce al numeroso coro dei no al concorso.

Un coro di  risonanza tale da far presumere che la sua eco sia  già arrivata in paradiso, per chi ci crede, mentre, che strano, non riesce ad entrare nelle aule del nostro Parlamento notoriamente più vicine. Forse allora è il caso di ribadirlo con più forza. No al concorso.

I perchè sono di una chiarezza tale che anche i bambini li capirebbero. Chi si è abilitato lo ha fatto perchè gli è stato espressamente richiesto. I patti erano chiari: 2500-3000 euro a te e tu Stato dovevi dare la possibilità di insegnare a me, per dirlo parafrasando l'arcinota canzoncina. Ancora: sei stato tu a stabilire il numero degli abilitati, un numero corrispondente al fabbisogno che tu hai quantificato, proprio per evitare esuberi ed alimentare inutili speranze. A me toccava essere bravo e superare tutte le prove che tu hai predisposto per me.

Questo lo dico anche a beneficio di tutti coloro i quali manifestano un atteggiamento sprezzante nei confronti degli abilitati. Non capisco il perchè: sono state superate  prove preselettive, affrontati esami, tirocini, tesi finali…spesi soldi, tanti. Qualcuno ha anche rinunciato ad incarichi e supplenze perchè inconciliabili con gli impegni da assumere. Condivido il parere di chi afferma che il concorso doveva essere aperto a tutti i laureati. Giusto.

Non doveva assolutamente essere riservato agli abilitati. Per loro una graduatoria di merito a parte da cui attingere un 50% dei ruoli. Affrontare un nuovo concorso avrebbe dovuto essere una loro libera scelta, magari per abbreviare i tempi per l'immissione in ruolo, non per essere valutati. E' assurdo essere nuovamente valutato da chi ti ha già valutato, c'è il rischio di cadere in contraddizione.Se mi respingi che fai? Ti sei sbagliato prima, quando mi hai abilitato, o ti stai sbagliando ora che mi stai valutando negativamente? 

Consentire la partecipazione al concorso per i giovani laureati  avrebbe invece rappresentato per loro,  in un'epoca di penuria di lavoro, una opportunità più unica che rara. Il terzo ciclo del TFA non è stato ancora bandito e quindi, come ci si può abilitare se non si è avuta l'opportunità? L'alternativa sarebbe stata rimanere ai pali di partenza in attesa che qualcuno si decidesse a bandire il Tfa e poi attendere ancora l'emanazione di un nuovo concorso. Un anno per il TFA, tre per il concorso… E poi, colmo dei colmi,ci si lamenta dell'anzianità dei docenti di ruolo! Si sarebbe, tra l'altro, evitata una guerra tra poveri. Poveri sì, perchè gli insegnanti sono i nuovi poveri. Acculturati tanto, ma poveri. Da stendere infine un velo pietoso sulle pretese avanzate per una così miserevole retribuzione. Stato italiano, smettila di coprirti di ridicolo. Con quel che stai facendo della scuola hai superato il segno. Prendine atto ed intervieni per bloccare la macchina concorsuale.

Lo devi a chi è abilitato e a chi non lo è, magari perchè non disponeva di quell'esosa cifra,  da pagare per poter lavorare. Che orrore dover pagare per assicurarsi un'opportunità lavorativa! Mi ricorda tanto lo spregevole sistema del caporalato. Lo devi ai giovani laureati che non possono perdere un'occasione così rara come quella di un concorso per entrare nel mondo del lavoro. Lo devi alle famiglie italiane che hanno investito sul futuro dei loro figli. Lo devi a chi, rispettoso delle regole, non ha prodotto domanda per partecipare al concorso o magari non ha osato intraprendere la strada esosa del ricorso che invece ha premiato gli audaci e chi disponeva economicamente la possibilità di ricorrere. Quanto malcontento, quanto ingiustizie… Basta!

Maria Stefania Politi

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