Alternanza scuola-lavoro nei Licei Classici? Cosa succede al Parini, abbiamo sentito il dirigente

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Che l’alternanza scuola-lavoro potesse diventare un’occasione di rilancio anche per gli studi classici in pochi, qualche anno fa, sarebbero stati pronti a scommettere.

Che l’alternanza scuola-lavoro potesse diventare un’occasione di rilancio anche per gli studi classici in pochi, qualche anno fa, sarebbero stati pronti a scommettere.

“Invece è proprio così – ci ha detto Giuseppe Soddu, preside del Liceo Classico “Parini” di Milano – la legge sull’autonomia del ’99 e l’obbligo al tirocinio previsto dalla legge 107 per i ragazzi del triennio ci hanno incoraggiati a tentare un progetto finora inedito per una scuola, una casa editrice simulata”. Simulata fino a un certo punto, perché l’ambizione è quella, prima o poi, di dare l’imprimatur a libri veri, “magari anche dei nostri insegnanti autori” – continua il dirigente dello storico liceo lombardo – “È un gioco serio insomma, col quale puntiamo a far maturare nei ragazzi le competenze necessarie per progettare e costruire una vera impresa culturale”.

E la scommessa sembra piacere non solo ai milanesi, che quest’anno hanno triplicato le iscrizioni al “Parini”, ma anche alle aziende che stanno dando la loro disponibilità a collaborare. La scorsa settimana c’è stato l’atto di nascita formale della casa editrice, con la lezione dell’editore Luca Formenton, Presidente della casa editrice Il Saggiatore e docente al master in Editoria alla Sapienza di Roma, su come un testo diventa libro, “argomento che ha suscitato grandissimo interesse ed entusiasmo tra studenti e docenti”, ci ha detto Soddu. “Il prossimo passo sarà adesso costituire un comitato tecnico-scientifico con membri sia interni alla scuola – tra cui ricordo la referente Elena Marini – sia esterni, provenienti anche dal mondo produttivo”.

Non si svolgerà tutto tra le mura della scuola, gli studenti faranno reali esperienze di alternanza scuola-lavoro toccando dal vivo aziende editoriali esterne, ma nel contempo l’istituto si doterà di un sito e di una sede operativa con apparecchiature proprie. “I ragazzi saranno chiamati a compiere delle scelte, esattamente come se si trattasse di una azienda vera – continua il Preside – e dalle loro scelte dipenderà l’identità culturale della nostra impresa. Per questo è necessario documentarsi, studiare, specializzarsi. La prime scelte strategiche importanti riguarderanno i supporti, se puntare al cartaceo o al digitale, e i contenuti, che cosa promuovere, su che cosa scommettere: autori emergenti o grandi classici? Poesia o saggi? Gli antichi o i moderni?”. Da queste domande ne nasceranno di sicuro tante altre, in un percorso di ricerca – questa non simulata – che immergerà gli studenti nei grandi temi e problemi del mondo contemporaneo e li avvicinerà certamente anche – lo speriamo visto l’indirizzo dei loro studi – ai sentieri della filologia classica.

Non esclude il Preside Soddu che l’iniziativa possa allargarsi anche ad altre scuole, in una logica di rete che porterebbe a porsi obiettivi ancora più ambiziosi: “Il nostro progetto non nasce da un’imposizione di legge, ma dalla voglia di essere scuola autonoma, in un’ottica del genere le sinergie tra istituti non possono che essere un valore aggiunto”.

Dopo anni di decremento, il “Parini” ha visto quest’anno una esplosione di iscrizioni, ben 317, grazie al progetto di flessibilità oraria, che tanto è piaciuto alle famiglie. “Salvaguardia della tradizione classica, ma in un’ottica aperta ai tempi moderni – assicura il Preside – con lezioni da 50’ e recupero dei minuti residui dedicati ad attività di acquisizione delle competenze di base e ad approfondimenti. Un progetto che tenta di realizzare finalmente l’autonomia scolastica. Con una didattica laboratoriale e con classi aperte, per soddisfare bisogni e consentire di esprimere al meglio i talenti. Per una scuola di vera qualità”. Una scuola che è chiamata anche a superare le legittime preoccupazioni di chi è abituato alla tradizione – docenti, studenti, famiglie – e che esita e si interroga di fronte a cambiamenti importanti. C’è stato un tentativo di occupazione nei giorni scorsi, subito rientrato grazie al dialogo. “Noi lavoriamo per una scuola migliore, – conclude Soddu – e faremo tutto il possibile per realizzarla, con il contributo di tutte le componenti scolastiche”.

Nel corso della nostra conversazione telefonica, scopro che Soddu è al “Parini” da soli due anni e in Lombardia da cinque, dopo una vita passata in Sardegna. Così non mi sfugge l’occasione per chiedergli la sua opinione sulla mobilità dei docenti e su quella dei dirigenti. La risposta è quasi scontata: “L’obiettivo di un dirigente deve essere quello di costruire un progetto di scuola in grado di andare avanti a prescindere dal propria presenza nell’istituto. Pensi a me e alle grandi chance che mi ha dato la mobilità: se fossi rimasto a Olbia non avrei mai avuto l’occasione di dirigere uno dei licei che hanno fatto la storia d’Italia”. E che, a quanto pare, continuerà a farla.

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