13 miliardi di euro per mettere in sicurezza le scuole. La scuola italiana divisa tra innovazione e rischio calcinacci

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red – Si tratta della cifra approssimativa che il neo Ministro Carrozza dovrà chiedere al Ministro dell’economia per far fronte alle promesse fatte a poche ore dalla sua nomina.

red – Si tratta della cifra approssimativa che il neo Ministro Carrozza dovrà chiedere al Ministro dell’economia per far fronte alle promesse fatte a poche ore dalla sua nomina.

"Sicuramente vorrei portare impulso alla scuola, partendo dall’edilizia scolastica", ha affermato la Carrozza, che tradotto si traduce in un intervento che coinvolgerebbe 57 mila edifici scolastici e uno stanziamento consistente di fondi : circa 13 miliardi di euro.

Costi elevati, che sarano, in parte coperti con i fondi europei (almeno per il Sud, per i quali i FSE sono stati stanziati), ma che non potranno certo bastare.

Resta, comunque, l’emergenza di una scuola spaccata tra l’esigenza di innovarsi, digitalizzarsi e la necessità di evitare che i soffitti cadano sulla testa di alunni e docenti.

"Innanzitutto la scuola – ha affermato il segretario dello SNALS, Nigi – ha bisogno di una modernizzazione, però bisognerebbe prima portare in sicurezza le scuole; cosa che non viene fatta regolarmente per mancanza di fondi; però questa non è una scusa plausibile".

Contemporaneamente si cerca di mettere insieme le due esigenze, grazie alle linee guida che il MIUR ha emanato nei giorni scorsi relativamente all’edilizia.

L’obiettivo è un nuovo modo di organizzare gli spazi in modo da superare l’idea della lezione frontale, ma pensando a spazi modulari, più adatta a nuove metodologie della didattica che includano anche gli strumenti informatici.

Linee guida che sono anche un nuovo progetto, con lo stanziamento, di 38 milioni da destinare alla costruzione di nuove scuole attraverso lo strumento del fondo immobiliare.

Cifre importanti, ma che rischiano di restare una goccia nel mare delle urgenze.

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