Nella fiction “Un posto al sole” personaggi a favore della scuola privata, “voglio il meglio per mia figlia”

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Un posto al sole è una fiction seguita in Italia da milioni di telespettatori. Tende spesso ad affrontare diversi temi sociali importanti, come l’omofobia, l’aborto, la violenza sulle donne ecc.

Il dibattito di questi giorni, che riguarda due personaggi, quali Franco ed Angela, è incentrato sulla scelta che dovranno fare i genitori per la propria figlia, ovvero se iscriverla ad una scuola pubblica o privata.

Se in un primo momento si era data per scontata la scelta della scuola pubblica, dopo una esperienza personale vissuta da Angela, in relazione alle violenze subite in passato, di sua iniziativa ha deciso di visitare una scuola privata, perchè considerata probabilmente come ambiente più sicuro e protetto rispetto alla scuola pubblica.

Il dibattito che è emerso sino ad oggi, e con la puntata del 12 giugno Franco che era fin dall’inizio per la scuola pubblica ha cambiato idea a favore della scuola privata, è risultato essere sbilanciato a favore della privata. Sia per l’ambiente, considerato più sicuro e protetto, sia perchè l’offerta didattica della scuola privata sarebbe migliore e più ricca rispetto a quella della scuola pubblica.

Sulla base di quale elemento ciò viene affermato non è dato sapere, ma è quello che è accaduto. “Voglio il meglio per mia figlia” è stato ripetuto più volte e questo meglio sarebbe la scuola privata? Ora, ciò lascia a dir poco perplessi. Quanto è accettabile che una fiction seguita da milioni di persone, realizzata sul servizio pubblico, sulla Rai, si ponga, almeno sino ad oggi, in questo modo a favore della scuola privata?

Dispiace constatare che un posto al sole, che seguo da anni, e certamente è seguito anche da tanti insegnanti della nostra scuola pubblica, abbia deciso di porsi in questo modo sulla scelta tra scuola privata e pubblica. Da segnalare che in caso di mancanza di qualsiasi intesa tra i genitori in ordine all’iscrizione del proprio figlio ad una scuola pubblica o privata, vi è stato nel 2015 un provvedimento del Tribunale Milano, del 2015 che ha disposto quanto ora segue: “Laddove non esista, o non persista, un’intesa tra i genitori a favore di qualsivoglia istituto scolastico privato e non emergano evidenti controindicazioni all’interesse del minore (in particolare riconducibili a sue insite difficoltà di apprendimento, a particolari fragilità di inserimento nel contesto dei coetanei, a esigenze di coltivare studi in sintonia con la dotazione culturale o l’estrazione nazionale dei genitori ecc.), la decisione dell’Ufficio giudiziario – in sé sostitutiva di quella della coppia genitoriale –non può che essere a favore dell’istruzione pubblica, secondo i canoni dall’ordinamento riconosciuti come idonei allo sviluppo culturale di qualsiasi soggetto minore residente sul territorio.”

Ed ancora “l’iscrizione scolastica dei figli e, a maggior ragione, l’iscrizione del minore presso istituti scolastici privati -richiede il consenso di entrambi i genitori, trattandosi di scelta su «questioni importanti» per la vita dei minori (Cass. Civ., sez. I, sentenza 20 giugno 2012, n. 10174). In difetto di consenso dell’un genitore, è dato ricorso al giudice per la risoluzione del conflitto genitoriale. Sussiste la competenza dell’Ufficio adito: il Tribunale ordinario è competente, in particolare, per i conflitti relativi all’iscrizione del figlio ad un dato istituto scolastico (v. Cass. civ., 3 novembre 2000 n. 14360), anche dove si tratti di contesto familiare in cui i genitori non sono uniti da matrimonio. In linea di principio, nell’ipotesi di conflitto tra i genitori in ordine all’iscrizione dei minori a Scuola, preferenza e prevalenza va data alle istituzione scolastiche pubbliche poiché espressione primaria e diretta del sistema nazionale di istruzione (art. 1 l. 10 marzo 2000 n. 62) nonché esplicazione principale del diritto costituzionale alla istruzione (art. 33 comma II cost.). Le altre istituzioni scolastiche (paritarie, private in generale), pertanto, possono incontrare il favore del giudice, nella risoluzione del conflitto, solo là dove emergano elementi precisi e di dettaglio per accertare un concreto interesse effettivo dei figli a frequentare una scuola diversa da quella pubblica. Peraltro, la scelta del giudicante nel senso della scuola pubblica è una scelta “neutra” che non rischia di orientare il minore verso determinate scelte educative o di orientamento culturale in generale (e ciò, invece, potrebbe avvenire nella designazione di una scuola privata ); Tribunale Milano, sez. IX, 29 luglio 2014 )”

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