Mobilità e immissioni in ruolo: errori algoritmo sono riconosciuti dai giudici, avere il posto è un diritto

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I sindacati hanno come scopo esclusivo la tutela dei diritti dei lavoratori. Compito non facile perché molto spesso i diritti di alcuni rischiano di confliggere con gli interessi e diritti di altri.

Bilanciare gli interessi contrapposti è un’operazione complessa ma necessaria, affinché non si producano ingiustizie più gravi di quelle che si vorrebbero sanare. L’attuale situazione della scuola italiana è esemplare in tal senso.

Da un lato i precari delle GAE ed i vincitori dei concorsi, che vantano la legittima aspettativa al ruolo, dall’altro i docenti assunti con la 107, a cui viene riconosciuto dai giudici il risarcimento per i diritti lesi da un piano di assunzioni che li ha gravemente danneggiati.

La azione sindacale ha sventato uno dei pericoli che pur erano stati paventati. Le GAE non chiuderanno e coloro che sono restati a farne parte saranno assunti nelle proprie province. Questa “vittoria” deve però contemperare anche le altre esigenze, senza la pretesa di forzare una tempistica che è diretta conseguenza della loro consapevole scelta di non aderire alla 107. Sostenere che le sentenze sugli errori dell’algoritmo sottraggano indebitamente ruoli ai precari significa negare ai docenti ingiustamente danneggiati dalla mobilità, il diritto riconosciuto ad ottenere il posto che gli spetta.

Chiedere che questi posti siano “restituiti” ai precari attraverso la trasformazione dell’organico di fatto, significa privare i lavoratori del diritto fondamentale al ricongiungimento familiare. Inoltre va ricordato che tanti docenti in attesa di assegnazione provvisoria sono stati danneggiati dalla mobilità ma non hanno potuto ricorrere ai tribunali, perché impossibilitati a sostenere le spese di un ricorso, dopo essere stati trasferiti al nord, dove a stento riescono a sopravvivere.

Riguardo ai vincitori del concorso, di cui pur comprendiamo le preoccupazioni, vorremmo sottolineare che per loro la soluzione più equa sarebbe chiedere una proroga delle graduatorie di merito e ricordargli che noi abbiamo atteso il ruolo per anni, ottenendolo a condizioni mai imposte a nessuno, né prima di noi né dopo di noi.

Chiediamo che ci sia una più attenta riflessione sulle azioni che si intraprendono, per evitare di danneggiare ulteriormente chi ha già visto calpestare i propri diritti. In questi mesi abbiamo subito molti attacchi da parte di chi ci vorrebbe al nord ma leggere che un sindacato chiede misure che ci danneggiano direttamente, ci provoca sorpresa, sgomento e la sensazione di non essere tutelati da esso.

I docenti danneggiati dalla 107

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