Mobilità: docente trasferito su sostegno senza titolo rimane sul posto per continuità didattica. Conviene “sbagliare” la domanda?

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La domanda, volutamente provocatoria, è seria e prende in considerazione le modalità con cui si svolgono le procedure di mobilità.

La domanda è una autocertificazione, i tempi stretti per i controlli non permettono ai funzionari degli Uffici Scolastici di verificare tutte le dichiarazioni, e il pasticcio è sempre in agguato. Solo che a farne le spese sono docenti interessati, famiglie, alunni.

Forse la vicenda di cui parliamo dovrebbe far riflettere sulle modalità con cui le domande di mobilità vengono esaminate. Troppa superficialità rischia di danneggiare intere famiglie. Ma poi, a quanto pare, la responsabilità non è mai di nessuno.

La vicenda ci è stata fatta conoscere dal Comitato 8000esiliatifaseB

Mobilità, trasferimenti su sostegno revocati a docenti privi di titolo di specializzazione

Ma, se è vero che il trasferimento su posto di sostegno è stato revocato, rimane il fatto che –

tenuto conto che le graduatorie provinciali ad esaurimento relative a posti di sostegno di 2° grado sono state esaurite nel corso delle operazioni di conferimento delle relative supplenze – per ragioni di continuità didattica il docente continuerà a prestare servizio presso la stessa scuola fino alla fine dell’anno scolastico.

Certo non si possono rifare le operazioni di mobilità, e dunque chi avrebbe avuto diritto a quel posto, chissà dove si trova in questo momento, così come chi avrebbe potuto beneficiare di una eventuale assegnazione provvisoria se il posto fosse rimasto vuoto. Un errore cioè, genera una serie di conseguenze che hanno particolare significato nella vita personale di ciascuno degli interessati.

Chi avrebbe dovuto controllare che la domanda del docente era sbagliata, che non aveva diritto a barrare la scelta di posto di sostegno non essendo in possesso di titolo di specializzazione? e come è possibile che tale situazione, anche dopo l’assegnazione del trasferimento, sia venuta fuori dopo 6 mesi dall’inizio dell’anno scolastico?

A pensar male si potrebbe incoraggiare i docenti a “dichiarare il tutto per tutto”, tanto poi non c’è tempo per i controlli e in un modo o nell’altro ci si può trovare avvantaggiati.

Un modo di fare che non corrisponde certo alle indicazioni che abbiamo fornito nel corso degli anni nella consulenza sulla compilazione delle domande, anzi facciamo di tutto perchè le norme del contratto siano chiare, condivise e accessibili a tutti. Ma anche i funzionari degli Uffici Scolastici devono svolgere il proprio ruolo.

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