Mobilità dirigenti scolastici, in Campania ridotte aliquote destinate ai trasferimenti da fuori provincia

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comunicato DS campani fuori sede – Tanti dirigenti scolastici (oltre 200) hanno lasciato la Campania trasferendosi in altra regione, con una norma, il DM 635 del 2015, che prevedeva la possibilità in via ordinaria di rientrare dopo un triennio e il rientro in via straordinaria alle condizioni previste dal contratto (CCNL 2010 Area V art. 9 c. 3) e cioè:

a) insorgenza di malattie che necessitano di cure in strutture sanitarie esistenti solo nelle sedi richieste;

b) trasferimento del coniuge successivamente alla data di stipula del contratto individuale;

c) altri casi di particolare rilevanza previsti da norme speciali.

Il tutto, sempre nel limite massimo del 30% dei posti disponibili.

Si tratta comunque di una mobilità complessa, perché occorre innanzitutto l’assenso dell’Ufficio scolastico regionale da cui si parte.

La prassi consolidata, scaturita dalla corretta interpretazione della normativa, ha sempre assegnato alla mobilità interregionale (e dunque alla possibilità di rientro) il 30% dei posti disponibili. Tale percentuale è stata uniforme in tutte le regioni italiane inclusa la Campania fino all’anno scolastico 2014/15. Tale percentuale in tutte le regioni italiane, tranne la Campania, è ancora uniformemente fissata al 30%.

La scelta mia e di altri circa 200 dirigenti scolastici di ricoprire il ruolo temporaneamente in altra regione è, dunque, scaturita dalle condizioni normative anche perché a 50 anni (la nostra età media) è possibile affrontare un sacrificio limitato nel tempo, certo non abbandonare le famiglie per sempre.

Ebbene, a partire dallo scorso anno, l’Ufficio Scolastico della Campania ha iniziato a destinare ai rientri prima il 10% dei posti (a.s. 2016/17) e poi l’8% (decreto n. 14426 del 12/07/2017 per l’a.s. 2017/18). Molti di noi, se avessero immaginato un comportamento simile da parte dell’USR avrebbero rinunciato, attendendo lo scorrimento della graduatoria.

Ridurre drasticamente i posti destinati al trasferimento, infatti, determina un blocco della mobilità che avrà gravi conseguenze anche sugli anni futuri.

L’USR, insomma, preferisce immettere dalla graduatoria concorsuale degli idonei (DDG 13/7/2011). Chi c’è in graduatoria? E’ bene precisare che:

 non si tratta di persone senza lavoro (sono docenti di ruolo),

 a queste persone sarebbe comunque riservato il 70% dei posti (ma con i provvedimenti dell’USR il 90% dei posti quest’anno e il 92% il prossimo),

 queste medesime persone hanno beneficiato della mobilità interregionale per perché ha consentito lo sfoltimento della graduatoria;

 la mobilità da una regione all’altra è una possibilità offerta anche a chi si trova ancora inserito nelle graduatorie in attesa della nomina a dirigente scolastico.

Più preoccupante, tuttavia, è l’atteggiamento dell’USR Campania. Il diritto amministrativo, infatti, assegna alla Pubblica Amministrazione un potere discrezionale e derogatorio che, tuttavia, può essere esercitato entro limiti ben precisi. Il limite più importante è quello delle esigenze di buon andamento del servizio.

Ci sembra, dunque, che l’USR Campania ecceda nell’uso del potere discrezionale, sia perché rifiuta di accogliere tanti dirigenti scolastici che hanno già ottenuto l’assenso dalla regione di partenza (Toscana, Lombardia, Veneto, Emilia …) spesso per gravissimi motivi di salute o familiari, sia perché preferisce di fatto coprire la quasi totalità dei posti disponibili attingendo dalla graduatoria degli idonei, invece di concedere il rientro a dirigenti scolastici già formati, confermati, con una discreta esperienza alle spalle e tutti con una profonda conoscenza del contesto campano, sicuramente non inferiore a quella di coloro che ancora sono nella graduatoria.

I giornali nazionali hanno lungamente parlato delle “deportazioni” dei docenti immessi in ruolo, che comunque hanno tanti provvedimenti contemperativi (assegnazioni, utilizzazioni ecc.) che consentono di assumere il ruolo in una regione e restare a lavorare nella propria. Il caso dei dirigenti scolastici, rimasto nel silenzio, è invece sorprendente, perché ci si rifiuta di applicare quanto sancito dalle disposizioni normative e pattizie e sicuramente non si migliora la qualità del servizio, rifiutando persone che hanno anche un’esperienza come presidi maturata in altre regioni e sicuramente hanno maggiore esperienza specifica di chi assume il ruolo adesso. Non riusciamo a comprendere, da dirigenti dello Stato, quali possano essere gli interessi alla base di tale preclusione.

Quanto a noi dirigenti campani fuori regione, chiediamo esclusivamente che si applichino le norme e ci venga riconosciuto quanto previsto dalle norme vigenti.

Certo il nostro è il caso di poche centinaia di persone, fino ad oggi taciuto, quasi non avessimo anche noi famiglie, storie ed esigenze personali e, soprattutto, interessi tutelati dalla legge.

Ci aspetteremmo, da parte di un giornale prestigioso, quanto meno un approfondimento della questione che troviamo inspiegabile sotto il profilo normativo e irragionevole sotto quello gestionale e amministrativo.

Confidando che questa nota incontri il Vostro interesse auguro a tutti buon lavoro.

Comitato Dirigenti Scolastici Campani fuori sede

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