Marcegaglia: giovani non adeguatamente specializzati. CUB: scuola non può essere asservita alle imprese

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Comunicato Cub Scuola – Emma Marcegaglia, rappresentante di spicco del mondo della grande industria – ex presidente di Confindustria e ora presidente dell’Eni – in un’intervista al quotidiano La Stampa, nel difendere la Legge di Stabilità (approvata il 7 dicembre in barba all’indicazione chiara contro le politiche del governo arrivata dalla vittoria schiacciante del NO al referendum) ha espresso un suo giudizio sulla scuola pubblica.

Secondo la Marcegaglia il problema della disoccupazione in Italia sarebbe da imputarsi alla mancanza di “giovani specializzati” (“oggi fatichiamo a trovare giovani specializzati nel modo giusto” http://www.orizzontescuola.it/marcegaglia-riformare-la-scuola-difficolta-a-trovare-lavoratori-competenti/ ). La specializzazione i giovani non la ottengono certo con lo sfruttamento della cosiddetta alternanza scuola-lavoro, basta chiederlo a loro. Prima che specializzati i giovani devono essere formati e informati a 360 gradi. Evidentemente gli industriali preferiscono dei neoassunti acritici e che non pensano con la loro testa.

Dopo tutti i regali che gli imprenditori hanno ricevuto dal governo Renzi hanno anche il coraggio di lamentarsi? La legge 107 (“Buona scuola”) prevede un numero spropositato di ore di alternanza scuola-lavoro che si traducono di fatto in ore di lavoro (minorile) gratuito a tutto vantaggio delle imprese. Chi insegna sa benissimo che la maggioranza delle ore che gli studenti svolgono nelle aziende che stipulano convenzioni con il Miur non hanno nessun valore formativo: lo dimostra il caso eclatante degli accordi con Mc Donald’s. E non dimentichiamoci che molte aziende ricevono anche  soldi in cambio della loro “disponibilità” ad ospitare gli studenti. Uno squallido giro di affari che in alcuni territori si traduce in accordi tra dirigenti scolastici e imprese del territorio, a tutto vantaggio dei profitti degli imprenditori.

Noi pensiamo che la scuola viva una pesante crisi, dovuta anzitutto ai tagli miliardari degli ultimi decenni, tagli portati avanti indifferentemente da governi di centrodestra, centrosinistra, bipartisan e tecnici. La scuola pubblica ha bisogno di essere riformata in meglio, non certo con accordi tra il Miur e le imprese, che si traducono in sfruttamento di lavoro minorile (senza retribuzione).

Dopo la vittoria del NO al referendum, la Cub Scuola di Modena giudica negativamente l’approvazione della Legge di Stabilità (che prevede 6.7 miliardi di tagli), chiede la cancellazione della legge 107 sulla Buona scuola e il ritiro dell’accordo sul presunto rinnovo del contratto del pubblico impiego. Tale rinnovo, che prevede un aumento di una manciata di euro per i dipendenti pubblici senza coperture, è l’ennesima bufala della maggioranza parlamentare a cui i cittadini hanno risposto in modo chiaro e netto. Ci attiveremo nella costruzione di comitati di lavoratori e disoccupati, con la partecipazione attiva degli insegnanti, per rilanciare la mobilitazione.

Cub Scuola Modena

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